Spettacolo Moccia, giovani ribelli, la scuola sia di esempio

ANSA

28.8.2020 - 18:36

Source: ANSA

«Assurda polemica dei professori che non vogliono fare tamponi»

ROMA, 28 AGO – «In era Covid gli amori e la vita normale dei liceali a scuola saranno a rischio. I giovani stessi sono a rischio. Siamo tutti inevitabilmente condizionati da quello che sta accadendo. Ma i ragazzi hanno un pericoloso delirio di onnipotenza, per carità, naturale alla loro età. Se pensiamo che ai tempi nostri andavamo in motorino senza caschi! Ma il compito di noi adulti è quello di imporre loro le regole di distanziamento e le mascherine, ripetendole fino all'ossessione. Anche se i ragazzi in età adolescenziale, lo sappiamo, appena girato l'angolo faranno come vorranno e baceranno anche le sconosciute al buio». Parola di Federico Moccia, scrittore, regista e sceneggiatore, intervistato dall'ANSA in vista della riapertura della scuola. Moccia è divenuto popolare proprio con i suoi romanzi sugli amori giovanili, da Tre volte te, seguito da Tre metri sopra il cielo a Ho voglia di te (2006), il romanzo da cui, un anno dopo, è stato tratto il film «dei lucchetti a Ponte Milvio», con protagonisti Riccardo Scamarcio e Laura Chiatti, la regia di Luis Prieto e con Federico Moccia autore di soggetto e sceneggiatura. La pellicola ottenne un grande successo di pubblico, arrivando ad incassare oltre 13,5 milioni euro, e incoronando Riccardo Scamarcio idolo delle adolescenti italiane dell'epoca.

Moccia dunque di amori giovanili se ne intende. «Ma io ho due figli di 8 e 10 anni ancora gestibili. Hanno vissuto la scuola come tutti normalmente fino a marzo. Poi il lockdown, senza poter più stare insieme ai compagni di classe e giocare all'aperto. Quello che adesso non capisco, è la polemica sollevata dai professori proprio a pochi giorni dalla riapertura delle scuole. Perché non vogliono sottoporsi ai tamponi come tutti? Noi anche in vacanza ci siamo sottoposti ai rilevi delle temperature e abbiamo indossato le mascherine al ristorante fino a che non eravamo seduti a tavola. Tutti all'Argentario dov'ero in ferie mantenevano le distanze di sicurezza. Noi adulti dobbiamo imporre le regole e dare l'esempio per primi». (ANSA).

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