A MilanoMonica Leofreddi investita da un van: «L'autista mi ha accusata di essermi gettata»
Covermedia
24.11.2023 - 11:10
Drammatico il racconto della conduttrice televisiva, trascinata sull’asfalto mentre aspettava un taxi.
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24.11.2023, 11:10
24.11.2023, 11:34
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Monica Leofreddi ha condiviso la sua recente disavventura nella capitale meneghina, dove è stata investita da un furgone.
La conduttrice televisiva ha diffuso tramite Instagram il suo racconto: l'uomo che l'ha colpita con un van in retromarcia ha omesso di prestarle soccorso, accusandola successivamente di essersi gettata deliberatamente sotto il veicolo prima di allontanarsi dalla scena.
«Desidero condividere con voi la mia vulnerabilità e il mio sconforto. Stasera, al ritorno da Milano, mentre attendevo un taxi per tornare a casa, mi trovavo a breve distanza dalla stazione. Il taxi era in arrivo, sono scesa dal marciapiede e mi sono posizionata dietro a un furgone parcheggiato in seconda fila», spiega Monica Leofreddi che prosegue raccontando l’incidente.
«Ero di spalle, con gli occhi rivolti verso la strada. Non mi sono accorta che il furgone stava facendo retromarcia. All'improvviso, sono stata travolta e scaraventata violentemente sull'asfalto. Sentivo qualcuno gridare: «Fermati! C'è qualcuno dietro di te!». Sono rotolata verso il centro della strada per evitare di essere schiacciata», racconta nel post conduttrice televisiva.
«L'autista è sceso dal veicolo e ha iniziato a urlare»
Leofreddi continua spiegando che «l'autista è sceso dal veicolo, ma invece di prestarmi soccorso, ha iniziato a urlare, accusandomi di simulare l'incidente. Gridava che non mi aveva investita, ma che mi ero volontariamente gettata sotto le ruote del furgone. Un altro passante ha urlato: «È vero! Non ti ha neanche sfiorata». Mi sono sollevata lentamente, umiliata e ferita, non solo fisicamente ma soprattutto psicologicamente».
«Ho cercato di spiegare la mia versione dei fatti, ma l'autista ha continuato a negare. Solo un signore presente ha confermato che ero stata effettivamente investita. Gli ho chiesto se potesse testimoniare, ed egli ha acconsentito. Tuttavia, l'autista continuava a negare la sua responsabilità».
«Ho scoperto di essere capace solo di scoppiare in lacrime»
Poi Monica fa una confidenza: «Io, che ogni giorno condivido riflessioni su come comportarsi in situazioni difficili, in quel momento di difficoltà, ho scoperto di essere capace solo di scoppiare in lacrime. Non ho annotato il numero di targa del veicolo coinvolto, ho soltanto rimproverato l'autista: «Sei un delinquente, vergognati».
«Fortunatamente, il mio taxi è arrivato poco dopo. L'ho preso, lasciando il van e il suo autista irresponsabile alle mie spalle. Mi sono sentita vulnerabile, sola e sconvolta di fronte a tanto comportamento incivile. Volevo solo tornare a casa. Piangendo, ho confessato la mia frustrazione e la mia resa a mio marito. Io, che di solito sono forte e a volte persino aggressiva, mi sono ritrovata a piangere in un taxi, incapace di far valere il mio diritto di denunciare l'incidente e di preservare la mia dignità. Il tassista ha gentilmente offerto una tavoletta di ghiaccio che aveva nel suo zaino insieme alla cena. È stato il primo a prestarmi soccorso e mi ha confidato di non riconoscersi più in questo mondo a causa di tanta mancanza di empatia».
Una riflessione
Il racconto poi si conclude con una riflessione: «Quando sono tornata a casa, i miei figli mi hanno vista senza il mio solito sorriso, con il trucco che si era sciolto e gli occhi lucidi. Non voglio nascondere la mia fragilità. Ho riabbracciato i miei cari e sto bene, anche se ho solo alcune lievi escoriazioni. Mi chiedo se l'autista si vergogna delle sue azioni».