ProcessoPamela Prati e il caso Caltagirone: due agenti imputate per sostituzione di persona
Covermedia
2.2.2023 - 13:01
È cominciata presso il tribunale monocratico di Roma la prima udienza che chiama Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo a rispondere di gravi accuse in merito alla farsa creata per ingannare l’attrice.
02.02.2023, 13:01
02.02.2023, 13:33
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Ieri, 1 febbraio, ha preso il via la prima udienza del processo a Pamela Perricciolo ed Eliana Michelazzo presso il tribunale monocratico di Roma.
Si tratta delle due ex agenti di Pamela Prati, imputate per sostituzione di persona in merito alla farsa creata intorno al personaggio di Mark Caltagirone nel 2018, quando all’attrice viene presentato il fantomatico personaggio dalle due agenti.
Pur senza averlo mai incontrato personalmente, la Prati si innamora dell’uomo, che secondo la ricostruzione offerta dalle due agenti ha anche un figlio di nome Sebastian.
Un anno dopo però è la stessa Pamela ad ammettere di essere stata raggirata dalle due donne della Aicos Management, che si sarebbero inventate tutto per ottenere comparsate in tv e sulle riviste mondane.
Per rendere credibile la messa in scena, la Perricciolo ed Eliana Michelazzo hanno utilizzato indebitamente foto prese dal web del business man Marco Di Carlo, spacciandolo per Mark Caltagirone. Ma non solo: le due sedicenti professioniste avrebbero anche usato le immagini di Simone N., minorenne all’epoca dei fatti, per interpretare la parte del figlio di Caltagirone.
Di Carlo, 49 anni, titolare della M Group, ha sporto denuncia nel 2019 mentre la mamma di Simone poco dopo.
«Il tutto è avvenuto per dare un volto al presunto promesso marito della signora Prati per confermare una storia poco credibile», ha denunciato l’imprenditore. «Era un selfie con mia figlia che avevo fatto e postato per la festa del papà».
Al ragazzino invece era stato chiesto di interpretare la parte del figlio di Caltagirone per una fiction, mentre in realtà era una messa in scena.
«Quello che credevamo fosse il copione di una fiction – spiega la madre del ragazzo – in realtà era il materiale utilizzato per creare il finto bambino in affido nel caso della signora Pamela Prati e del suo fidanzato Mark Caltagirone».