C'era una volta ... Pasquale Finicelli, da «Kiss Me Licia» ad autista privato: «Ho perso tutto»

Covermedia

18.4.2024 - 13:01

L'attore, che all'epoca recitava accanto a Cristina D'Avena nel ruolo dell'iconico Mirko, ha svelato aneddoti del passato, e la sua attuale vita quotidiana, segnata da un cambio di rotta professionale.

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Pasquale Finicelli, meglio conosciuto come Mirko nel celebre sceneggiato «Kiss me Licia», che incantò i cuori di molti alla fine degli anni '80, ha raccontato in un'intervista esclusiva per la rivista Specchio, gli alti e bassi della sua carriera post-televisiva.

L'attore, che all'epoca recitava accanto a Cristina D'Avena, ha svelato non solo aneddoti del passato, ma anche la sua attuale vita quotidiana, segnata da un cambio di rotta professionale significativo.

«Per un errore del parrucchiere uscirono giallo posticcio, non dovevano essere così», ha raccontato Finicelli, riferendosi ai suoi iconici capelli gialli con ciuffo rosso che lo caratterizzavano nel ruolo di Mirko.

Nonostante il tempo trascorso e i cambiamenti nell'aspetto fisico, Finicelli rimane un volto noto per i fan della serie, che continuano a riconoscerlo e a fermarlo per strada. Oggi, a 61 anni, la sua vita ha preso una direzione completamente diversa: lavora come autista privato a Milano, al servizio di un importante manager.

Il successo iniziale della serie fu seguito da nuove stagioni, ma non tutto procedette come sperato per Finicelli. «Poi volevo mollare ma la produzione mi convinse a girare la terza e la quarta stagione», ha rivelato l'attore, mostrando una certa riluttanza nel proseguire quel percorso.

La promessa di una carriera brillante, con prospettive che includevano persino una partecipazione al Festival di Sanremo, si rivelò illusoria.

«Mi aveva promesso Sanremo e altri grandi palchi e io mi sono convinto a mollare, sbagliando, perché ho perso tutto», ha detto, delineando un quadro di promesse non mantenute che lo portarono a una situazione di grande difficoltà.

Nonostante i momenti bui, Finicelli ha trovato nella sua famiglia il sostegno necessario per superare le delusioni.

«Devo ringraziare la mia famiglia se sono riuscito ad affrontare quella delusione. Ero giovane, avrei potuto deprimermi, invece avevo chiare le cose importanti e sono ripartito senza vergogna, sempre col sorriso».