Il reale è finito nel mirino degli antimonarchici di Republic: la Charity Commission avvia inchiesta.
Il Principe Harry si difende dall’accusa di uso inappropriato della cifra di 275mila sterline, facente parte di un fondo reale.
L’insinuazione è da attribuire agli antimonarchici di Republic, che hanno chiesto alla Charity Commission di indagare sulle attività della Royal Foundation, con cui William e Kate portano avanti le loro attività benefica, e sul modo in cui è stato garantito l’accesso ai fondi alla Sussex Royal, l’ex non profit di Harry e Meghan, e alla Travalyst, l’organizzazione orientata al turismo eco-sostenibile del secondogenito di Carlo e Diana.
In un comunicato stampa, i rappresentanti di Harry hanno bollato la notizia come «profondamente offensiva», sostenendo come il principe non abbia mai avuto «ricavi commerciali o finanziari» dall’organizzazione.
«Il Duca di Sussex è sempre stato e continuerà a essere impegnato profondamente nel lavoro benefico. È un obiettivo di vita e la sua devozione alla beneficenza è al centro dei principi su cui si basa la sua vita: lo dimostrano l’impatto e il successo dei suoi progetti benefici in tutto il Regno Unito e non solo».
«A questo punto, è profondamente offensivo leggere false affermazioni sul Duca di Sussex e il suo lavoro benefico. È diffamatorio ed è un insulto per tutte le straordinarie organizzazioni e persone con cui ha collaborato. Travalyst (che ha co-fondato con Sussex Royal) è un’organizzazione non-profit, per cui il Duca non riceve benefici commerciali o finanziari».
Il comunicato si conclude, aggiungendo: «Il Duca non ha e non ha mai avuto interesse personale di guadagno dalla sua attività benefica. Tutte le attività del Duca sono totalmente trasparenti, così come dettato dalle linee guida della Charity Commission, e ancor di più dal suo compasso morale».
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