L’ex modella si raccontaRandi Ingerman si mette a nudo: «Faccio i conti da tempo con crisi epilettiche e depressione»
Covermedia
11.10.2023 - 11:00
Nelle prossime settimane l’ex modella lancerà «Naked», una multipiattaforma dedicata ai disturbi mentali. Con lei anche la CEO di Action Agency, Manuela Ronchi.
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11.10.2023, 11:00
11.10.2023, 11:44
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Dopo Fedez, anche Randi Ingerman si mette a nudo e parla dei suoi disturbi mentali.
55 anni, una bellezza senza tempo e tanta voglia di raccontarsi a 360 gradi: così l’attrice statunitense si presenta nell’intervista concessa al Corriere della Sera, dove parla – tra l’altro – anche della multipiattaforma «Naked», che debutterà nelle prossime settimane. Uno spazio dedicato alla salute mentale, per condividere esperienze e cercare soluzioni.
«Faccio i conti da tempo con crisi epilettiche e depressione, ma la malattia non mi abbatte. E, soprattutto, non mi vergogno di dire che ho bisogno di aiuto. Mi curo, certo, ma non mi sento una malata. Sono consapevole di soffrire di disturbi mentali e non ho remore ad ammetterlo. È il primo passo per venirne fuori, come ha dimostrato Fedez, che ringrazio per essersi messo a nudo».
Ora consulente cosmetica, la Ingerman è pronta a cimentarsi seriamente nella questione dei disturbi mentali. «Nelle prossime settimane lanceremo «Naked», una multipiattaforma che ho ideato e realizzato assieme alla ceo di Action Agency, Manuela Ronchi. Tanti canali diversi per parlare di disturbi mentali sia con chi ne soffre che con chi può dare una mano. Dicevo che non mi sento malata, sono piena di cose da fare».
Le prime crisi epilettiche nel 2007
Randi ha anche parlato delle prime crisi epilettiche, che le hanno condizionato la vita.
«Nel 2007, quando morì mio fratello. Mi ritrovai a terra, svenuta, non sapevo che cosa mi stesse accadendo. Poi, mentre stavo lavorando a un reality tv, accadde lo stesso. È stato allora che mi sono decisa ad approfondire».
Anche la depressione è stata una costante nella vita dell’attrice di Filadelfia. «Ho cominciato a frequentare gli psicologi da bambina, dopo la separazione dei miei. E anche oggi ci faccio i conti, perché trovare la cura giusta che non faccia entrare in conflitto i farmaci è difficile».