Spettacolo Rob Cohen: nuove accuse di aggressione sessuale

Il regista di «The Fast and the Furious» torna sotto la lente di ingrandimento dopo la denuncia di una donna 28enne.

Piovono nuove accuse di aggressione sessuale contro Rob Cohen. A farsi avanti contro il regista di «The Fast and the Furious» è una donna di 28 anni.

Secondo quanto pubblicato dall’Huffington Post, la donna sostiene di essere stata attirata ad un incontro di lavoro da Cohen, che le aveva promesso una parte da protagonista nel prossimo film.

Secondo le accuse, la donna avrebbe incontrato il regista in una cigar lounge di Manhattan, per trovarsi in seguito, nuda e priva di coscienza nella camera d’albergo di Cohen, che l’avrebbe aggredita sessualmente.

Cohen ha negato le accuse tramite l’avvocato, Marty Singer.

La donna, che desidera rimanere anonima, afferma di essersi sentita «annebbiata» dopo cena, benché poi lo abbia seguito in un altro locale, prima di risvegliarsi nuda accanto al regista.

«La storia proposta nel pezzo di punta (dell’articolo pubblicato) è diffamatoria e oltraggiosa. Riporta affermazioni straordinariamente offensive secondo le quali il mio cliente ha tenuto una cattiva condotta sessuale, illeciti criminali e altri comportamenti inappropriati, che sono contestati e negati con veemenza dal mio cliente», ribatte con un comunicato alla pubblicazione l’avvocato di Cohen Marty Singer.

All'inizio di quest'anno, la prima figlia del regista, la transgender Valkyrie Weather, ha reso pubbliche le accuse contro suo padre in un post di Facebook, sostenendo di essere stata abusata quando era solo una bambina.

«Quando ero molto giovane, Rob ha usato il mio corpo per la propria gratificazione sessuale. Mia madre ha assistito a uno degli assalti quando avevo tra i due e i due anni e mezzo e da allora ha confermato ciò che ha visto».

Rob ha negato le accuse, definendole «estremamente dolorose» e aggiungendo: «Mai e poi mai farei del male a nessuno dei miei figli... prego che lei venga a conoscere la verità e che un giorno in futuro, potremo essere tutti uniti di nuovo».