SpettacoloRobert Redford attacca Trump: «È un dittatore»
CoverMedia
27.11.2019 - 13:11
L’attore americano esorta i suoi concittadini a non rieleggere il tycoon alle prossime elezioni.
A meno di un anno dalle elezioni presidenziali, Robert Redford chiede agli americani un cambio di rotta.
Per lo storico attore hollywoodiano è tempo di archiviare l’era Donald Trump, che la star descrive senza mezzi termini come un «dittatore».
«Mancano soltanto 11 mesi prima di tornare all’urne; 11 mesi prima che ci venga data la reale possibilità di dare a questa barca la giusta direzione e cambiare il corso del disastro che abbiamo di fronte a noi», ha dichiarato il fondatore del Sundance Film Festival a NBC News. «Impegniamoci a votare per la verità, per il carattere e per l’integrità dei nostri rappresentanti (indipendentemente dal colore politico). Torniamo a essere i leader del mondo. Torniamo a essere semplicemente… americani».
«Stiamo affrontando una crisi che non avrei mai pensato di vedere in tutta la mia vita: un attacco in stile dittatore compiuto dal presidente Donald Trump a tutto ciò in cui crede la nostra nazione. Lo abbiamo visto la scorsa settimana con l’udienza per l’impeachment: la nostra tolleranza, il rispetto per la verità, il sacro rispetto della legge e la nostra essenziale libertà di stampa e di parola sono stati minacciati da un singolo uomo».
«È giunto il momento che il presidente se ne vada, insieme a tutte le persone che al Congresso hanno scelto la lealtà di partito invece che rispettare il proprio giuramento legato alla difesa della Costituzione degli Stati Uniti - prosegue Redford -. E spetta a noi il compito di far sì che ciò accada, attraverso il potere dei nostri voti. Quando Trump è stato eletto, nonostante questa non fosse la mia scelta, ho pensato che era giusto dare una chance a quest’uomo. Come è stata data a tutti. Ma quasi istantaneamente mi ha deluso e poi mi ha allarmato. E non penso di essere il solo».
«Crescendo, ho visto l’America difendersi durante la Seconda Guerra Mondiale. Ho visto un’America unita per difendersi dalla minaccia del fascismo. Poi ho rivisto quella minaccia durante il Watergate, quando è stata la nostra democrazia a finire sotto attacco. E ancora quando i terroristi hanno messo il mondo sottosopra».
«Ciò che sta accadendo in questo momento è profondamente disturbante e invece che Stati Uniti d'America siamo ora definiti come Gli Stati Divisi d'America. I leader di entrambi gli schieramenti non hanno il coraggio di superare i confini politici per fare ciò che è giusto per la popolazione americana», ha concluso.
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