Spettacolo Roman Polanski: «Ho pagato per quello stupro»

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4.10.2017 - 12:50

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(Cover) - IT Showbiz - Roman Polanski spera che i giudici americani archivino il caso delle accuse di molestie sessuali che pendono su di lui da oltre 40 anni.

I fatti risalgono agli Anni Settanta, quando la 13enne Samantha Geimer venne violentata dal regista durante un party a Hollywood.

Dopo la denuncia, Polanski ammise la sua colpevolezza, lasciando però l’America nel 1978 alla vigilia della sentenza di condanna.

Arrestato nel 2009 a Zurigo, il filmmaker venne condannato agli arresti domiciliari mentre le autorità statunitensi chiesero (invano) l’estradizione.

Sia Roman, sia la vittima hanno più volte dichiarato di considerare il caso chiuso, nonostante i magistrati americani a quattro decadi dall'accaduto contano ancora di processare il direttore cinematografico.

Polanski è tornato sull’argomento in occasione della première del suo nuovo film «Based On A True Story», avvenuta allo Zurigo Film Festival.

«Come sapete Samantha Geimer chiede da 30 anni che venga messa la parola fine su questa storia - ha dichiarato -, ma purtroppo i giudici che da 40 anni seguono questa vicenda sono corrotti, uno copre l’altro. Magari un giorno uno di loro smetterà di farlo».

«Per quanto grave sia quello che ho fatto, è un caso chiuso. Ho ammesso la mia colpevolezza, ho patteggiato, sono stato in galera. Sono tornato negli Stati Uniti per scontare la mia pena, anche se la gente se n’è dimenticata o non lo sa nemmeno. Poi sono stato arrestato qui a Zurigo, dopo un festival. In fin dei conti, ho fatto per quattro o cinque volte quello che mi era stato promesso».

Come parte del patteggiamento della pena, Roman fu inizialmente condannato a scontare 90 giorni in un istituto psichiatrico a Chino.

Rilasciato dopo 42 giorni di carcere, per Polanski sarebbe dovuta scattare la condizionale, ma il regista, dopo aver appreso che il giudice lo avrebbe condannato a 50 anni di detenzione, si diede alla fuga. Da allora vive da rifugiato in Francia.

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