Sean PennSean Penn: «Sono scioccato dalla forza del popolo ucraino»
SDA
14.3.2022 - 08:27
«Sono rimasto scioccato per il livello di unità che il Paese ha dimostrato, per l'incredibile forza e coraggio: è molto chiaro nello spirito degli ucraini che nessuno incarna tutte queste cose più del presidente Zelensky».
Keystone-SDA
14.03.2022, 08:27
14.03.2022, 13:40
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«Ho potuto incontrarlo è l'ho trovato estremamente determinato, forte nel suo amore per la libertà, per i sogni, per la gente, per ciò che ha un senso per tutti noi. Vederlo nei suoi occhi è stata un'ispirazione». È la testimonianza di Sean Penn, che in collegamento ieri sera dagli Stati Uniti con la trasmissione italiana «Che tempo che fa» ha raccontato la sua esperienza in Ucraina, dove era entrato per girare un documentario sulla crisi, lasciando poi il Paese dopo qualche giorno dall'invasione russa.
«Ho cominciato le riprese del documentario a Mariupol a novembre, abbiamo intervistato i soldati in prima linea, poi siamo tornati a Kiev, per filmare gli aspetti culturali della vita in Ucraina, con un focus su Zelensky. Quando sono tornato rimasto per per quattro giorni, siamo riusciti a organizzare un incontro con lui il giorno prima dell'invasione», ha spiegato, rispondendo alle domande di Fabio Fazio.
«Non posso sapere – ha sottolineato l'attore premio Oscar per «Milk» e «Mystic River» – cosa pensasse, né se sapesse che è nato per affrontare quello che sta affrontando. Fino al giorno in cui tutto è cominciato, dentro di noi c'era la speranza che non succedesse questa follia, ma penso che gli ucraini fossero preparati a questo terribile scenario, il peggiore che potesse succedere».
L'attore e regista californiano ha attraversato il confine con la Polonia a piedi, incontrando decine di profughi: «Avevano poche cose con sé, forse perché pensavano di tornare o perché avevano lasciato le loro case in fretta. Nessuno di loro voleva andare via».
Anche nei primi giorni, subito dopo l'invasione, «era difficile uscire fisicamente da Kiev: per fare un percorso di 7 ore ci abbiamo messo 24 ore».
«Quando devi fare un tragitto di tanti chilometri devi organizzarti: ebbene ho visto queste persone che lo fanno con un coraggio incredibile. Sarà una pietra miliare per la storia specie per i nostri Paesi che si chiedono: e noi, cosa facciamo?».
Ritorno in Ucraina
Negli Stati Uniti «c'è una copertura mediatica 24 ore su 24 sulla crisi ucraina, spesso di qualità, altre volte criticabile. Ma in base ai sondaggi l'85-90%, in tutto lo spettro politico, è a favore della popolazione ucraina. C'è un fattore di intimidazione che sta usando il signor Putin, il riferimento alle armi nucleari e ad altro tipo di orrori che porta a essere molto cauti», ha detto ancora.
Penn tornerà «in Polonia il 28, forse anche in Ucraina, per cercare di dare una mano, anche con aiuti elementari, kit igienici, lavorando anche con le organizzazioni della società civile del posto».
Attivo nel mondo della solidarietà, Sean Penn nel 2010, in occasione del terremoto ad Haiti, ha fondato insieme ad Ann Lee la Core, la Community Organised Relief Effort, un'organizzazione non governativa: «Core ha bisogno dell'aiuto degli altri, è importante trovare un'organizzazione credibile che ha già i contatti giusti per canalizzare gli aiuti, anche ai civili».
Quanto ai tempi di uscita del documentario, «speriamo il prima possibile, ma c'è bisogno di più tempo per carpire quello che succede».