Cannes «Shoot the Book!»: quattro libri svizzeri per il grande schermo

sifo, ats

17.5.2024 - 10:16

La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider con gli autori svizzeri in quel di Cannes.
La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider con gli autori svizzeri in quel di Cannes.
Keystone

Quattro libri svizzeri sono stati scelti per essere presentati nel quadro di «Shoot the Book!» al Marché du Film di Cannes.

Keystone-SDA, sifo, ats

Nel quadro di questa iniziativa, gli editori presentano un libro ad un pubblico dell'industria cinematografica, principalmente composto da produttori, con lo scopo di farne un film. Fra le opere selezionate c'è anche «Silenzi» del ticinese Luca Brunoni.

A Cannes, ciascun editore ha fatto una breve presentazione del libro indicando quali elementi lo rendono una buona base per un adattamento cinematografico.

«Silenzi» di Luca Brunoni (Gabriele Capelli Editore)

«Silenzi» del ticinese Luca Brunoni, che risiede a Neuchâtel da ormai 15 anni, narra la storia di Ida, una 13enne orfana con un segreto oscuro, che viene mandata a lavorare in un villaggio remoto di montagna.

«Una storia di ingiustizia ambientata in montagna», spiega Brunoni in un breve video mostrato prima della presentazione. Il fotografo, autore e regista italiano Alessio Pizzicannella, da anni residente in Ticino, è a Cannes per rappresentare Gabriele Capelli editore ed ha fatto il pitch.

«Questa storia si svolge in una società che ignora il bisogno di cambiamenti. Quelli che ci rimettono sono le giovani generazioni», ha affermato. «Questo fa eco a quello che sta accadendo in questo momento nel mondo».

Brunoni viene descritto come uno «scrittore seriale». Questa storia si presta ad un adattamento cinematografico di stile misterioso, ambientato in piccoli villaggi e ad atmosfere «dark», spiega Pizziccannella.

«Rendez-vous» Martina Chyba (Editions Favre)

In «Rendez-vous» della giornalista ginevrina, di origini ceche, Martina Chyba, «una donna sulla cinquantina ha un incontro con un uomo a Parigi. Il suo psicologo non le prescrive medicine bensì arte e visite ai musei come cura», spiega l'editrice Sophie Rossier, che fa il «pitch» del libro.

«Un libro che ci porta dalle lacrime alle risate. Possiamo tutti identificarci in questa donna. Il messaggio cruciale del libro è stare bene con sé stessi», aggiunge. Il potenziale per un film sta «nel potere curativo delle arti».

Altri due libri

Gli altri due libri scelti per il «pitch» sono «Inflorescence» (Editions Baconnière) di Raluca Antonescu e «Die Jagd» di Sasha Filipenko (Diogenes Verlag), scrittore bielorusso che vive in esilio in Svizzera.

La storia di Antonescu, narra di quattro generazioni di donne che attraversano un secolo. Questa si presta ad adattamenti su grande schermo quale miscuglio di «storia visiva naturale e femminismo», si legge nella pubblicazione di «Shoot the Book!».

Il libro di Filipenko è invece un mix fra thriller psicologico e racconto politico nel quale un giornalista pubblica informazioni che un oligarca preferirebbe non venissero alla luce e ha così inizio una caccia al silenzio. Una trama che ben si presta alla settima arte.

La partecipazione della Svizzera a «Shoot the Book!» è stata organizzata assieme a Pro Helvetia e allo Swiss Art Council.

L'esempio di Elisa Shua Dusapin

Anche la scrittrice franco-svizzera Elisa Shua Dusapin è passata da «Shoot the Book!» nel 2019 con il suo primo romanzo «Inverno a Sokcho». «Tre anni dopo sono stati raccolti i fondi e il produttore francese Fabrice Prée-Cléach (Offshore Productions) ha annunciato che avrebbe adattato il libro in film», si legge sul catalogo del Marché du Film dello scorso anno.

Il film adattato dal suo romanzo uscirà alla fine di quest'anno sotto la regia del franco-giapponese Koya Kamura. La coppia autore e regista è stata ospite la settimana scorsa delle Giornate letterarie di Soletta dove ha potuto delucidare il passaggio dal libro al film ad un folto pubblico di interessati.

Chissà che uno di questi quattro libri presentati alla «pitching sessio» svoltasi ieri non possa avere lo stesso destino di quello di Dusapin e apparire sul grande schermo tra qualche anno. In ogni caso glielo auguriamo!