Spike Lee, la gente muore, non è un film
A Variety il regista parla anche del rinvio di Cannes
ROMA, 20 MAR – «Sono d'accordo al 100 per cento con la decisione di Thierry Fremaux di far slittare il Festival di Cannes. Il mondo è cambiato e lo fa ogni giorno. La gente muore con il coronavirus e così, non a caso, il presidente francese ha detto più volte che siamo come in guerra. Le cose che amiamo hanno dovuto fare un passo indietro: ovvero il cinema, la tv, lo sport e uno sport globale come il baseball». A parlare così è Spike Lee, presidente di giuria dell'edizione 2020 della manifestazione prevista dall'11 al 23 maggio e che, almeno sulla carta, dovrebbe slittare a fine giugno, inizio luglio.
Insomma il primo presidente di giuria nero sulla Croisette dovrà aspettare per tornare a quel festival che, solo due anni fa, lo aveva rilanciato con BlacKkKlansman portandolo fino all'Oscar.
«Non dimentichiamoci – ha aggiunto il regista di 'Fa' la cosa giusta' – che Cannes è il più grande festival del mondo, il più grande palcoscenico per il cinema. Tutti dobbiamo pregare per uscirne, trovando un vaccino per poi rialzarci, fisicamente, emotivamente e finanziariamente, in tutto il mondo. Non è uno scherzo, non è un film, la gente sta morendo». (ANSA).
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