Spettacolo Un divano a Tunisi, tra Islam, famiglia e psicanalisi

ANSA

18.7.2020 - 13:23

In arene da 19/7 e in sala a settembre commedia premiata al Lido

ROMA, 18 LUG – «La psicanalisi? Non ci serve, noi abbiamo l'Islam». E' una delle battute che segnano il percorso accidentato ma ricco di incontri rivelatori per Selma (interpretata con grazia e intensità dall'attrice iraniana Golshifteh Farahani), giovane psicanalista franco-tunisina, decisa ad aprire il suo studio nella terra d'origine in Un divano a Tunisi. La riuscita commedia sociale di Manele Labidi, vincitrice del Premio del pubblico – BNL People's Choice Award alle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2019, arriva con Bim in anteprima nelle arene dal 19 luglio e da settembre nei cinema.

In una Tunisi post Primavera araba, la regista franco-tunisina mette in scena, le resistenze di una società per molti aspetti moderna, che ancora emergono sul ruolo della donna. Fra i modelli a cui la cineasta si rifà c'è la commedia all'italiana (ama film come I soliti ignoti, I mostri, Matrimonio all'italiana, Brutti, sporchi e cattivi); una vicinanza al nostro Paese riflessa anche dalla colonna sonora, che comprende due canzoni cantate da Mina: 'Le strade vuote' e 'Io sono quel che sono'.

Nella trama, la repentina partenza dell'indipendente e coriacea Selma dalla Francia e la decisione di stabilirsi e esercitare come psicanalista nella terra dei genitori, «per essere più utile», provocano imbarazzo e curiosità fra parenti e vicini. Eppure appena apre il suo studio la fila di pazienti si fa subito lunghissima: dal panettiere (Hichem Yacoubi) che le svela i dubbi sulla sua sessualità (con tanto di sogni per lui incomprensibili, come quello in cui immagina di baciare Putin) a un imam caduto in depressione.

Selma torna nel suo Paese «anche per fare i conti con il suo passato. – ha spiegato la regista -. Il ritorno alle origini inizia lentamente a scalfire la sua maschera». Il desiderio di Manele Labidi era «filmare la Tunisia e in particolare la classe media, la fascia di popolazione più lacerata tra modernità e tradizione». La borghesia ha sulle spalle il peso dell'economia nazionale «ed è spesso piena di ipocrisie quando si tratta di sessualità e religione». (ANSA).

Tornare alla home page