Venezia: I nazisti e la memoria, è conto finale
Fuori concorso monumentale film 300 interviste in 10 anni
VENEZIA, 03 SET – Dieci anni di lavoro, una tenacia da detective, 300 interviste a manovrare una materia ben più che dolorosa, la Shoah, la soluzione finale degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Quando il filmmaker inglese Luke Holland ha scoperto che i propri nonni materni austriaci erano morti, come i 6 milioni di altre persone nei campi di concentramento, ha cominciato un'opera monumentale e incredibile destinata a finire in musei, archivi e istituzioni. Ha rintracciato i testimoni dello sterminio, gli autori della barbarie, i reduci ormai anziani che hanno bruciato la divisa con la croce uncinata o la tengono cara nell'armadio della casa dove vivono in qualche posto sperduto della Germania o dell'Austria, ma anche tante persone 'ordinarie' che la divisa non l'hanno mai indossata ma hanno ugualmente partecipato alla vita del loro tempo. A tutti la stessa domanda: ti senti colpevole? E' il conto finale, il Final Account come si intitola il film documentario presentato oggi Fuori Concorso alla Mostra del cinema di Venezia.
Un film che è già storia, perché a raccontarsi, a spiegare il motivo delle persecuzioni, a scusarsi (non tutti in verità), ad affrontare il peso con cui sono andati avanti dopo il '45 è l'ultima generazione vivente di tedeschi che parteciparono al Terzo Reich di Adolf Hitler. Holland, un noto documentarista, purtroppo è morto, nel luglio scorso a 71 anni, e oggi a Venezia per lui, tenendosi per mano, ci sono la vedova e i figli, una famiglia venuta a rendere omaggio al regista. Ne è venuto fuori un lavoro che per la stampa inglese, a cominciare dal Guardian, è un capolavoro: quei primi piani su persone 80-90 enni, malmesse, fragili, stride con quello che raccontano e con le immagini d'epoca, che si alternano alle interviste. Tra tutte il momento più scioccante è quando nella villa di Wannsee alla periferia di Berlino, il luogo dove, il 20 gennaio 1942, fu decisa la Soluzione Finale, Holland fa incontrare un reduce di quella conferenza con giovani neonazisti con il volto pixelato. L'invettiva di quell'anziano contro i rigurgiti nazi, quel calare nel contemporaneo la tragedia di allora, è il documento vivente più importante per non ripetere la Storia. (ANSA).
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