È figlia di una nota pittriceVeronica Gentili sulle raccomandazioni: «Non posso negarlo, ma...»
Covermedia
14.3.2024 - 13:01
La conduttrice, figlia della nota pittrice Netta Vespignani, parla delle opportunità di successo ottenute grazie ai legami familiari e alle relazioni personali influenti.
Covermedia
14.03.2024, 13:01
14.03.2024, 13:13
Covermedia
In una recente intervista rilasciata al Messaggero, Veronica Gentili, oggi volto noto delle Iene su Italia 1, ha offerto uno sguardo retrospettivo sulla sua carriera, che l'ha vista muovere i primi passi tra recitazione, cinema e giornalismo.
Con sincerità, ha affrontato temi delicati come le raccomandazioni e l'impatto dell'aspetto fisico nel mondo del lavoro, senza dimenticare i ricordi dei suoi esordi nel cinema grazie a legami familiari e amicizie influenti.
Interrogata sulla possibile raccomandazione che l'avrebbe vista partecipare al film di Gabriele Muccino «Come te nessuno mai» nel 1999, la Gentili chiarisce: «Ma no... Diciamo che facevamo parte dello stesso mondo».
Il concetto di una cerchia elitaria
Questa affermazione introduce il concetto di una cerchia elitaria, legata non solo da rapporti professionali, ma anche da condivisioni di background culturale e sociale.
La stessa Gentili ammette: «Non posso negarlo. La verità è che andavamo tutti allo stesso liceo classico, il Mamiani, e io ero amica del cuore di Silvio, fratello minore di Gabriele. Nella mia classe c’era anche Adele, la figlia di Serena Dandini, una delle mie migliori amiche. Dopo quel film, ambientato praticamente a scuola, andammo anche alla Mostra del cinema di Venezia: fu una specie di gita di classe. Bellissima».
Queste dichiarazioni gettano luce sull'influenza che le reti di conoscenze personali e familiari possono avere sulle opportunità di carriera, soprattutto in ambiti competitivi come il cinema e la televisione.
Sulla questione dell'aspetto fisico e del suo ruolo nelle opportunità professionali, Gentili è altrettanto diretta: «Non potrei mai dare una risposta così scema. Certo che mi ha dato una mano. Poi bisogna avere anche altro, però».