La promessa del Mancio «Continuo a pensare che la mia Italia vincerà un Mondiale»

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12.7.2022

Roberto Mancini
Roberto Mancini
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A un passo da lasciare la panchina azzurra, in due occasioni, Roberto Mancini è tornato a parlare delle sue scelte alla Gazzetta dello Sport. Lo ha fatto l'11 luglio, un giorno doppiamente storico per la nazionale italiana.

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11 luglio, il giorno dei trionfi azzurri. Mentre l'Italia del pallone ricorda che esattamente un anno fa la nazionale guidata da Roberto Mancini vinceva gli Europei battendo ai rigori l'Inghilterra a Wembley, e che quella di Bearzot nel 1982 conquistava la Coppa del Mondo, il ct degli azzurri si dice positivo.

L'Italia non sarà in Qatar. La tragedia sportiva si è consumata alcuni mesi fa, nel frattempo si è fatta spazio la rinnovata speranza.

Alla Gazzetta dello Sport  Roberto Mancini ha ricordato i suoi obiettivi: «Da quando sono ct ho sempre avuto un obiettivo: vincere Europeo e Mondiale. Un anno fa, con la coppa in mano, mi ero detto: "Ne vinciamo uno dietro l'altro". Pensavo a questo Mondiale, evidentemente non era questo. Ma continuo a pensare che ne vinceremo uno».

11 luglio, il giorno dei miracoli azzurri.  Nel 1982, quando la non certo favorita Italia di Bearzot, fortunata nel passare la fase a gruppi e supportata dalle reti di Paolo Rossi, sconfisse la Germania dell'Ovest in finale regalando agli italiani la terza Coppa del Mondo.

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Era l'11 luglio 1982 quando l'Italia di Bearzot superava in finale la Germania Ovest per 3-1 diventando campione del mondo per la terza volta.

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Nel 2021, l'Italia di Mancini ha trionfato a Wembley cingendosi del titolo europeo. «Un miracolo - ha spiegato Mancini alla Gazzetta dello Sport - lo abbiamo fatto di sicuro, ma non solo in quell'Europeo: in tre anni e mezzo giocati alla grande. Capita che si vinca un grande torneo perché in quel mese va tutto bene: non è stato il nostro caso. Dietro c'era un percorso preciso: tante partite importanti, non solo sette».

Poi, come sappiamo, la truppa del Mancio ha stentato assai, fino a quella sera a Palermo, quando ha perso contro la 'piccola' Macedonia del Nord. Poi, alcune settimane dopo a Wembley, nella Finalissima (la sfida tra i vincitori del Campionato Europeo e della Coppa America ndr.), è stata annientata dall'Argentina.

Dimissioni? «Ci ho pensato»

L'allenatore della nazionale italiana, sempre al foglio rosa, ha ammesso di aver pensato alle dimissioni sia dopo Euro 2020, ma soprattutto dopo la terribile esclusione dai Mondiali 2022.

«Mi sono trovato in una situazione molto difficile - ha raccontato l'ex calciatore - un po' ci ho pensato dopo Wembley, ma c'era il Mondiale a poco più di un anno».

«Prima di giocare con la Svizzera avevamo avuto dieci infortunati, fra cui Immobile: per una partita così, in un momento della stagione faticoso, chiamare Balotelli ci poteva stare. Ma gli errori si fanno sempre, anche quando le cose vanno bene».

Sui due errori di Jorginho dal dischetto il ct ricorda: «Ero sicuro che segnasse: consideravo fuori da qualunque immaginazione che potesse sbagliare all'andata e al ritorno».

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Primato storico - e stavolta indiscutibile - per la Nazionale di Mancini, che col 5-0 alla Lituania centra 37 gare da imbattuta e si lascia alle spalle Spagna e Brasile.

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Un occhio sul presente

In ottica presente il 57enne di Jesi saluta il gradito ritorno di Chiesa, e ricorda che «conta avere gente che giochi ad alti livelli e arrivare al gol con il gioco».

Al giovane Nicolò Zaniolo consiglia di non «perdere altro tempo e occasioni», e spezza una lancia a favore di Immobile che «per me è l'attaccante che ha segnato di più negli ultimi anni».

Infine, lancia un consiglio al 23enne del Sassuolo Scamacca, che piace al PSG: «Un'esperienza all'estero, aiuta a crescere».