Nonostante i 37 anni e il fatto che non giochi più in Europa Zlatan Ibrahimovic non ha certo perso la sua prolificità come attaccante nè tantomeno il desiderio di autocelebrarsi.
29 reti in 32 match giocati con i Los Angeles Galaxy è un bottino da grande attaccante, il risultato di qualcuno che a 37 anni non ha ancora tolto il pedale dall'acceleratore.
L'ultimo match ha visto i Galaxy battere Houston Dynamo per 2-1: gol dal dischetto di Ibrahimovic, seconda rete per i californiani siglata da Diego Polenta.
Se vittoria è stata per la sua compagine - seconda in classifica nel campionato di MSL della Western Conference dietro al Los Angeles FC - Ibra non si è fatto mancare un po' di polemiche.
Il calcio di rigore - assegnato dal VAR - ha scatenato la reazione dello svedese che a fine partita ha così commentato: «L'arbitro può commettere degli errori, ma i ragazzi che siedono davanti allo schermo guardando i replay delle azioni non possono permettersi di sbagliare».
«Non voglio lamentarmi troppo - ha continuato lo svedese - ma le opzioni sono due: o stava bevendo il caffè oppure si è goduto troppo la partita».
Oltre a criticare l'operato dell'ufficiale incaricato del VAR, Zlatan ha scoccato un freccia anche all'indirizzo dell'arbitro dell'incontro: «L'arbitro non si è nemmeno degnato di uscire per guardare le immagini. Forse ha a che fare con il suo ego: quando fischiano non riescono più a tornare sulle loro decisioni».
Dopo aver realizzato di aver parlato troppo e dunque di incappare in una punizione da parte della federazione, la stella dei Galaxy ha tenuto il suo commento migliore per ultimo.
«Non voglio essere troppo critico perchè so che la MLS mi potrebbe punire per questo, ma non sono troppo preoccupato...
Perché?
... perchè la MLS sono io!», ha concluso lo svedese.
Solo l'ex Arsenal Carlos Vela ha segnato più reti dello svedese in questo 2019: 10 per Vela, 7 sul conto di Ibra.