L'amministratore delegato dei rossoneri Ivan Gazidis ha rilasciato un'intervista sulle pagine della Gazzetta dello Sport illustrando la sua visione del Milan del futuro.
Il Milan è all'ennesimo bivio, e la Gazzetta dello Sport ha incontrato il nuovo timoniere Ivan Gazidis per fare chiarezza. Dopo diversi mesi passati lontano dai riflettori l'ex collaboratore di Arsène Wenger all'Arsenal ha deciso di rompere il silenzio.
«Sono arrivato a dicembre e ho sfruttato tutto il tempo a disposizione per capire il club e il calcio italiano - ha spiegato Gazidis sulle pagine della Gazzetta dello Sport - è stata una full immersion. Se non ho parlato in questa annata così intensa è perché con umiltà era giusto prima studiare tutto».
La mancata qualificazione alla Champions League obbligherà il Milan a passare un'estate all'insegna dei risparmi, perché come annunciato dai vertici del club il rilancio della società non passerà da rischiose operazioni di mercato, ma da una lunga e faticosa scalata regolare basata sulla crescita e la valorizzazione dei giovani. Soprattutto in questo periodo dove l'UEFA sembra non voler fare sconti a nessuno: «Non rispettare le regole del Fair Play finanziario (FFP) cercando un improbabile "All in" come se fossimo a un tavolo di poker non solo è rischioso, è sbagliato, perché dietro un presunto godimento del momento c'è il baratro».
Per il nuovo dirigente bianconero la strada da intraprendere per tornare a splendere fra i migliori della classe in Italia e in seguito anche in Europa è una sola: «L’obiettivo delle prossime stagioni è crescere nel rispetto del FFP e portare al Milan giocatori di qualità che crescano col club mostrando il loro valore e diventando l'orgoglio dei tifosi. Non compreremo giovani talenti per rivenderli, ma perché restino e facciano la storia futura del Milan».
«Non bruceremo i nostri fondi per una sola stagione nel presente - ha poi precisato Gazidis - noi vogliamo costruirci il futuro: una generazione di calciatori forti che crescano velocemente insieme al club. Gente che abbia entusiasmo e sia pronta alla sfida».
«Ai manager spetta l'analisi, le scelte, la gestione delle pressioni. Ma il calcio resta passione e sentimento, non lo dimentico mai. Senza, non c'è nulla»
Ivan Gazidis, amministratore delegato del Milan
Martedì pomeriggio è arrivata anche l’ufficialità del divorzio dall’allenatore Rino Gattuso, rimasto saldamente al comando della panchina rossonera negli ultimi complicati 18 mesi. «Non ho parole per descrivere Gattuso - ha ammesso il sudafricano - un uomo straordinario che ha portato la piena responsabilità della stagione sulle sue spalle. Forse anche troppo. Ha fatto un’analisi e una scelta di grande onestà: non ce la faceva a portare ancora questo peso. Ma Rino rimarrà un amico del club per sempre. Non lo conoscevo prima, ho un enorme rispetto per lui».
Paolo Maldini potrebbe partire, pure lui. L’ex capitano era rientrato in seno alla società rossonera la scorsa estate come direttore dello sviluppo strategico area sport, e Gazidis vorrebbe continuare con lui, conferendogli un ruolo di primo piano. «Vorrei davvero che Paolo restasse con noi e mi aiutasse in questa grande sfida con un ruolo sempre più centrale e importante. Lo ammiro immensamente. Lui rappresenta i valori e la cultura del club. Non in moto etereo, ma reale. Vedi Maldini e vedi il Milan. Lui è l'ideale per gestire l'area tecnica».
Lo stesso Maldini non ha ancora deciso, seguirà Gattuso e Leonardo su una strada che porta lontano dalla società o rimarrà per costruire il futuro con l’amministratore delegato e il suo team? Per ora l'unica sicurezza è che il Milan deve ripartire per l'ennesima volta, quasi da zero...