Mino Raiola, potente agente di tanti grandi calciatori, parla di come ha forgiato il calcio-mercato e della FIFA, che non ha perdonato.
Mino Raiola è un nome conosciuto nel panorama calcistico europeo sopprattutto. È lui l'agente dei vari Pogba (Manchester United), Verratti (PSG), Donnarumma (Milan), de Ligt (Juventus), Braut Haaland (Borussia Dortmund), Balotelli (Brescia) e anche di Zlatan Ibrahimovic, tra gli altri.
Il procuratore italiano cresciuto in Olanda, l'anno scorso era stato sospeso prima dalla federazione italiana di calcio e in seguito anche dalla Fifa.
I motivi di tale sospensione non sono mai stati resi noti, ma Raiola non ha dimenticato.
Al termine della sessione invernale di mercato - durante la quale Raiola ha piazzato tra gli altri Braut Håland al Borussia Dortmund e ha riportato Ibra a Milano - il procuratore è stato intervistato dalla rivista olandese SportVoetbalMagazine.
Raiola, padre del moderno calcio-mercato
Mai scontato e oltremodo pungente, Raiola ha dapprima ricordato come il mercato del calcio, così come lo conosciamo oggi, è stata una sua creatura.
«Non voglio sembrare arrogante, ma questo modo di fare mercato l'ho inventato io. Nelle sessioni si alza il sipario, ma il grande lavoro per i protagonisti comincia molti mesi prima.»
Raiola è attivo nel mondo del calcio da oltre 25 anni e sa come muoversi, ama ricordarlo lui stesso.
I mesi di lavoro dell'agente prima di piazzare l'accordo ... eccone un esempio: «Con Haaland (ex giocatore del Red Bull di Salisburgo e oggi punta di diamante del Borussia di Dortmund n.d.r. ) sto lavorando da circa un anno e suo padre è coinvolto da vicino. Prima di concludere con il Borussia ho parlato con tanti club, ho ascoltato i loro piani, ho visto le cifre e ho negoziato. Tutto questo ha permesso al ragazzo di prendere una decisione ponderata», ha spiegato Raiola.
Raiola e la FIFA
Raiola ha anche parlato di quella sospensione di un anno da parte della FIFA, che il procuratore non ha digerito.
«La Fifa è come la mafia. Se ne parli male, muori. Puoi fare due cose: o lotti contro la Fifa, ed è quello che ho fatto per anni con poco successo perché sono l'unico che se n'è interessato; oppure creare un nuovo sistema e ci stiamo lavorando. E' arrivato il momento di una rivoluzione».
È un combattente Mino Raiola, uno che ha deciso di andare contro il sistema.
«Mi hanno fermato per un anno a livello mondiale e ora sto cercando un paese da dove intervenire da dietro sulla Fifa. Mi hanno fatto male e hanno dimostrato che tutto quello che ho sempre pensato è vero.»
Raiola vuole creare un organizzazione parallela alla FIFA, che possa condividere quella grossissima torta che è oggi il calcio internazionale. Un ribelle, non certo Robin Hood.