La montagna è stata spesso presa d'assalto in quest'anno segnato dal coronavirus: oltre all'aumento di escursionisti, appassionati e sportivi d'alta quota si è registrato anche un incremento dei soccorsi nei primi nove mesi del 2020.
Tra gennaio e settembre ci sono stati 2893 interventi, contro i 2490 registrati nello stesso periodo dello scorso anno, indica in una nota odierna il Club Alpino svizzero (CAS) facendo il punto della situazione. I decessi – 136 nel 2019 e 134 quest'anno – sono invece rimasti stabili.
«Nei primi nove mesi dell'anno, il numero di appassionati di sport di montagna soccorsi è stato quasi uguale a quello dell'intero anno precedente», sottolinea il CAS. Secondo l'associazione, si è assistito a un calo degli incidenti negli sport da neve, mentre l'aumento ha riguardato in particolare escursionismo (+40%), mountain bike (+61%) e vie ferrate (+138%). Il Club Alpino Svizzero ricorda di prepararsi a dovere e di non sopravvalutare le proprie capacità.
Per quanto riguarda lo sci-escursionismo, sembrano aver fatto effetto le raccomandazioni formulate la scorsa primavera dalle autorità. Durante il lockdown era stato detto chiaramente di evitare situazioni pericolose che avrebbero potuto portare a incidenti gravi e dunque a interventi negli ospedali già sotto pressione a causa dei pazienti Covid.
Da maggio, invece, con l'allentamento delle misure e l'arrivo della bella stagione, gli appassionati della montagna si sono riversati in alta quota con un conseguente aumento degli incidenti e dei soccorsi.
Anche a causa delle restrizioni internazionali, la proporzione di alpinisti svizzeri soccorsi è stata più elevata: un aumento di ben dieci punti percentuali che ha portato a una quota del 73%, rende noto il CAS.