Sebastian Coe, presidente di World Athletics, ha comunicato che vi saranno delle limitazioni per ciò che riguarda le scarpe da corsa degli atleti d'elite.
Abebe Bikila - il primo atleta africano a vincere una medaglia d'oro olimpica, a Roma sulla distanza della maratona nel 1960 - avrebbe forse qualcosa da dire.
Già, perché l'etiope vinse la medaglia d'oro correndo scalzo.
Ma il grande campione etiope morì nel 1973, e da allora il settore delle scarpe da corsa è esploso: basta pensare che il mondo del running - competitivo e amatoriale - genera più proventi di vendite di materiale del calcio. È tutto dire. Scarpe che promettono miracoli, scarpe ultraleggere, bi-ammortizzate...
La posizione di World Athetics
Ecco che Sir Sebastian Coe, presidente di World Athletics, ha comunicato di aver modificato le regole che disciplinano le scarpe da competizione per fornire maggiore chiarezza agli atleti ed ai produttori di calzature di tutto il mondo al fine di proteggere l'integrità di questo sport.
Per i corridori d'elite, dal 30 aprile 2020, infatti, ogni scarpa utilizzabile in gara deve essere stata disponibile per l'acquisto sul mercato da parte di qualsiasi atleta (online o in negozio) per un periodo di quattro mesi prima di poter essere utilizzata in competizione.
Dunque se una calzatura non è disponibile per tutti, è considerata un prototipo e non sarà consentita la sua utilizzazione in competizione.
I requisiti richiesti dalla WAA (World Athletic Association) sono i seguenti:
- La suola non deve essere più alta di 40 mm.
-La scarpa non deve contenere più di una piastra o lama rigida che percorre l'intera lunghezza o parte della scarpa. Le piastre possono essere più di una a patto che siano posizionate in sequenza su un piano (non impilate o in parallelo) e non devono sovrapporsi.
-Per le scarpe chiodate è consentita una piastra aggiuntiva (alla piastra sopra menzionata) o un altro meccanismo, ma solo allo scopo di fissare le punte alla suola e la suola non deve essere più spessa di 30 mm.
Da oggi infatti i giudici di gara avranno il diritto di richiedere l'ispezione delle calzature degli atleti.
Tutto ciò nasce da una ricerca indipendente che indica come le nuove tecnologie incorporate nelle suole delle scarpe da corsa possono fornire un vantaggio in termini di prestazioni.
Il maratoneta più veloce di sempre
Il corridore keniano Eliud Kipchoge, che in ottobre dello scorso anno abbatté a Vienna il muro delle due ore sulla distanza della maratona, portava ai piedi un paio di scarpe che secondo la casa produttrice aumenterebbero la velocità di chiunque le porti di almeno il 4%.
Tali calzature rispondono ai requisiti richiesti da World Athletics.
Le parole di Sebastian Coe
«Non è nostro compito e intenzione regolamentare l'intero mercato delle calzature sportive, ma è nostro dovere preservare l'integrità della competizione d'élite assicurandoci che le scarpe indossate dagli atleti d'élite in gara non offrano assistenza ingiusta o vantaggio. Entrando nell'anno olimpico, non crediamo di poter escludere scarpe che sono state disponibili per un considerevole periodo di tempo, ma possiamo tracciare una linea proibendo l'uso di scarpe che vanno oltre ciò che è attualmente sul mercato».