La crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina potrebbe mettere a dura prova i grandi consumatori, come gli stadi svizzeri dell'hockey su ghiaccio. Dalle parti di Zugo lo scenario sarebbe addirittura disastroso.
«Dovremmo giocare a calcio fino a novembre e ricominciare l'hockey a ottobre», aveva detto il consigliere di Sierre Eddy Beney nel corso della calda estate vallesana. «I miei colleghi della Lega svizzera la pensano come noi. Settembre è troppo presto e abbiamo grossi problemi a riempire le piste di ghiaccio».
Questa era la situazione della quale avevamo riferito ad agosto in merito ai problemi di produzione del ghiaccio alla pista di Sierre.
Ora, la notizia riguarda invece la Bossard Arena di Zugo, la pista dei campioni svizzeri in carica.
Un gioiello di efficienza energetica
Lo stadio in cui gioca l'EVZ è stato costruito 12 anni fa secondo i più recenti standard Minergie. Il ghiaccio viene prodotto in modo efficiente dal punto di vista energetico con una pompa di calore. Inoltre, la produzione di ghiaccio genera calore di scarto che alimenta gli impianti sportivi adiacenti, il grattacielo e un vicino complesso residenziale. Sul tetto è stato installato un impianto fotovoltaico che immette elettricità nella rete.
Ciononostante la Bossard Arena consuma 2,5 gigawattora all'anno, che equivalgono all'incirca al consumo di elettricità di 600 famiglie.
Bossard Arena a rischio fallimento
A causa della guerra in Ucraina, i prezzi dell'elettricità stanno aumentando. E quella che si preannuncia come una crisi energetica potrebbe far fallire i gestori della Bossard Arena.
I 2,5 gigawattora consumati dallo stadio di Zugo costavano finora circa 400'000 franchi svizzeri all'anno, come ha rivelato Daniel Wiederkehr (amministratore delegato della Bossard Arena) alla NZZ. Il contratto triennale con la società che gestisce la pista scadrà alla fine di dicembre 2022.
Dunque, nelle circostanze attuali, i costi potrebbero decuplicarsi: l'elettricità per mantenere funzionante l'Arena verrebbe a costare quattro milioni di franchi. Wiederkehr spera così che la città di Zugo prometta di aiutarlo finanziariamente, se lo scenario peggiore dovesse materializzarsi.
Una soluzione è ancora in fase di elaborazione, e non è ancora chiaro quanto l'EVZ dovrebbe pagare. Una cosa però è chiara: senza il sostegno della città, l'operatore della pista ( Kunsteisbahn Zug AG) potrebbe fallire.
Se questo è lo scenario 'apocalittico' a Zugo, possiamo solo presumere che anche altre piste svizzere potrebbero subire dei grossi contraccolpi nel caso il prezzo dell'energia dovesse salire sostanzialmente.
E gli altri?
Se i costi legati all'elettricità della Tissot Arena di Bienne sono a carico della città, per buona pace del club, il il CEO del Berna Raeto Raffainer, come riportato dalla RSI, ha spiegato che il club sta adottando varie misure per ridurre il consumo di elettricità.
L'Ambrì dovrebbe a breve terminare la posa di pannelli fotovoltaici sul tetto della nuova Gottardo Arena. Produzione che genererà ricavi sufficienti per lenire l'aumento del costo dell'elettricità.
A Lugano invece, il Municipio della città aveva già richiesto a marzo un credito di 410mila franchi per dei lavori di ammodernamento della vecchia 'Resega' (inaugurata nel 1995). Inoltre, anche l’impianto di produzione del freddo e la centrale elettrica dovrebbe presto venir sostituiti in quanto vetusti. Un sistema vecchio di raffreddamento e la mancanza di fotovoltaico potrebbero tradursi in grossi costi maggiori se il prezzo dell'energia dovesse salire di molto.