Sei punti per gli uomini di Cereda che dopo il Kloten battono anche il Langnau. I bianconeri, invece, sul doppio vantaggio mollano e subiscono (anche) il Davos.
L'Ambrì cala il poker. Per il secondo fine settimana consecutivo i leventinesi trovano solo vittorie, per un totale di quattro di fila, che li lanciano momentaneamente al secondo posto della graduatoria. Stavolta a cadere alla Gottardo Arena è stato il Langnau, superato dai padroni di casa con il punteggio di 5-3.
Con Conz tra i pali come unico cambio rispetto al netto successo sul Kloten, l'inizio dei biancoblù non è stato dei migliori con una penalità comminata a Grassi dopo pochi secondi e la rete dei Tigers al 5' con Schmutz. Solo verso la fine del primo periodo la truppa di Cereda è sembrata ritrovare il ritmo che l'ha contraddistinta sinora e infatti in appena 32" ha ribaltato il risultato con due tap-in speculari firmati da Heim e da Hofer (anche se il secondo pare essere un'autorete) sulle respinte di Boltshauser.
Nel secondo tempo i sopracenerini hanno continuato a spingere e alla prima superiorità numerica ancora Heim ha trovato il doppio vantaggio con un tocco vincente su passaggio illuminante di Pestoni. Il numero 88 si è poi ripetuto subito dopo fornendo l'assist anche per la doppietta di Hofer che sembrava già chiudere i conti. Al 37'44" Lapinskis ha però trovato una rete estemporanea che ha reso più combattuto il terzo periodo.
I bernesi, contro l'andamento del gioco, hanno dunque accorciato ulteriormente in powerplay con Michaelis, ma nel finale incandescente non sono riusciti a concludere la rimonta ed è invece giunto il punto di Spacek a gabbia sguarnita. L'Ambrì conferma dunque il suo status di squadra più in forma del momento in National League.
Lugano rimontato nel terzo periodo
«Lottare per la maglia con sudore, non è possibile che a pagare sia sempre l'allenatore». Si è aperta così, con questo striscione della Curva Nord rivolto alla squadra, la prima serata di Gianinazzi come allenatore del Lugano.
Una serata nella quale i bianconeri hanno sì in parte ritrovato quello spirito battagliero smarrito in questo inizio di stagione, ma che li ha visti uscire sconfitti per 3-2 contro il Davos, impostosi in rimonta alla Cornèr Arena. A pesare, nell'economia della partita, è stato un terzo tempo in cui i ticinesi, avanti 2-0 dopo 40', non sono riusciti a contenere le tante iniziative dei grigionesi.
A differenza del suo predecessore, l'allenatore non si è inventato nulla di cervellotico, schierando una formazione con cognizione di causa (vedasi Granlund al centro in una prima linea completata da Arcobello e Fazzini) e gettando nella mischia con minutaggi importanti i «suoi» Cortiana e Zanetti.
E per due tempi le decisioni sembravano poterlo ripagare, grazie a un doppio vantaggio costruito con le reti di Alatalo (tiro dalla blu in powerplay all'8'42") e proprio di Zanetti (al primo gol in NL con una bella deviazione su appoggio di Riva al 21'16"). Ma i problemi del Lugano, sono emersi in un secondo momento.
Fin lì aperta, anche se il punteggio non dava assoluta ragione agli ospiti, la partita è infatti cambiata nel terzo periodo. È bastato il gol di Knak al 43'41", per far raffiorare tutti i fantasmi nella testa dei padroni di casa, costretti da quel momento nel loro terzo difensivo. L'insistenza ha allora premiato il Davos, capace di ribaltare definitivamente la contesa con i punti di Stransky al 54'39" e di Rasmussen al 56'16". E alla Cornèr Arena sono subito tornati i fischi.