Alla Laver Cup Federer: «Non dimenticherò mai quello che Rafa ha fatto per me»

Swisstxt

30.9.2022 - 12:15

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L'immagine dei due amici ed ex rivali, seduti sulla panchina tra le lacrime che si tengono per mano al termine della partita d'addio al tennis dello svizzero ha fatto il giro del mondo. Il 41enne di Basilea la racconta.

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Roger Federer, appena ritiratosi dal tennis professionistico, è tornato in Svizzera lunedì sera dopo aver concluso la sua carriera agonistica con un'ultima partita alla Laver Cup. In coppia con l'amico-rivale Rafael Nadal ha giocato il doppio per il Team Europe, perdendo per un soffio contro il duetto formato dagli statunitensi Frances Tiafoe e Jack Sock (Team World).

Ma la sconfitta è passata in secondo piano rispetto all'occasione: è stato un addio intenso ed emozionante quello riservato al Maestro, così come le emozioni hanno pervaso in coloro che lo circondano, tra cui la moglie Mirka e i loro quattro figli, oltre all'amico Rafael Nadal. Lacrime di commozione e gratitudine sono scese sui volti di chi era presente all'Arena O2, lungo le guance di milioni di persone che da casa hanno seguito l'ultima danza del campione.

In un'intervista al Times, Federer ha cercato di spiegare quello scatto che ha fatto il giro del globo: lui e Nadal in lacrime, seduti sulla panchina, che si tengono la mano.

«È stata una sorta di ringraziamento segreto»

«È stato solo un attimo, a un certo punto stavo singhiozzando così tanto, mi stava passando per la mente di tutto ma soprattutto pensavo a quanto ero felice di vivere quel momento», ha spiegato il basilese al Times.

«Mi sono quasi dimenticato dei fotografi. A un certo punto, solo perché ovviamente non potevo parlare, credo di averlo appena toccato, e penso che fosse una sorta ringraziamento segreto».

La presenza di Nadal è stata profondamente voluta da entrambi, molto sentita dai due, anche alla luce del momento delicato che sta attraversando la moglie dello spagnolo alle prese con una prima gravidanza difficile.

«Farò tutto il possibile per essere lì con te», questa la risposta dello spagnolo all'invito di Federer.

«Una storia bellissima per lo sport ... e forse anche aldilà di esso»

«Ha dimostrato ancora una volta quanto siamo importanti l'uno per l'altro e quanto ci rispettiamo - ha raccontato il basilese sempre al Times - e ho pensato che sarebbe stata una storia bellissima e incredibile per noi, per lo sport, per il tennis, e forse anche al di là di esso: coesistere in una dura rivalità e uscirne vincenti, con questa grande amicizia. Penso che sia finita ancora meglio di quanto pensassi. Non dimenticherò mai quello che Rafa ha fatto per me a Londra», ha ammesso colui che in carriera ha vinto tra gli altri, 20 titoli di un torneo del Grand Slam.

Il realismo ha avuto il sopravvento sul sogno

Il 41enne, per l'ennesima volta, non si è sottratto nel rispondere alla domanda se smettere è stata la decisone giusta. Il basilese ha ricordato di averci provato tanto negli ultimi anni, a tornare in campo competitivo.  «Quando mi sono operato l'anno scorso, sapevo che la strada per tornare sarebbe stata lunga. E mi ci sarebbe voluto probabilmente un altro anno. Quindi, ovviamente, nel mio sogno mi vedevo giocare di nuovo», ma il realismo federiano ha avuto il sopravvento.

«Con il passare del tempo, mentre lottavo, ho sentito scemare sempre più la possibilità di farcela. Ed è stato allora che alla fine ho detto: «Va bene così, lo accetto». Perché ho dato tutto là fuori. Non avevo più nulla da dimostrare».

La speranza? Vedere tennis d'attacco, a una mano, estroso

Ci sarà mai qualcuno che giocherà come Roger Federer? «Ovviamente dovrebbe essere uno con il rovescio a una mano» conclude la sua intervista il 41enne. «Ma nessuno ha bisogno di giocare come me, comunque. La gente pensava anche che avrei giocato come Pete Sampras, ma non è stato così. Penso che ognuno debba essere la propria versione di se stesso».

L'ex tennista si augura comunque che il gioco che da oggi seguirà dalle tribune o seduto sul divano di casa, metta in mostra abbastanza tennis a una mano, abbastanza tennis d'attacco, abbastanza estro. Il tennis di Roger Federer, insomma, il campionissimo.