Dopo aver superato il francese Pouille, Roger Federer accede agli ottavi di finale a Wimbledon per la 17esima volta. Le parole del basilese.
Dopo la vittoria (7:5, 6:2, 7:6) contro il francese Lucas Pouille (ATP 28) Roger Federer ha raggiunto gli ottavi di finale per la 17esima volta in carriera.
Oggi affronterà l'italiano Matteo Berrettini (ATP 20) che quest'anno ha vinto due tornei, uno dei quali sull'erba a Stoccarda.
Di seguito alcune domande poste al tennista di Basilea, che a 37 anni non smette di stupire.
Signor Federer, Lei ha aggiunto due record al suo già ricchissimo palmares: 17 ottavi di finale a Wimbledon e 350 vittorie...
Questi record certo significano qualcosa per me, anche se mi è chiaro che negli ultimi cento anni non tutti hanno giocano dei tornei del Grand Slam. Solo negli ultimi 20 anni i tornei del Grand Slam sono diventati un grande affare e oggi molti giocatori continuano a giocare più a lungo.
Nel corso della prima settimana qui a Wimbledon, oltre alle partite e agli allenamenti, ha avuto tempo anche per altro?
Devo accertarmi di avere il giusto tempo di riposo. Ho guardato molto tennis e mi sono goduto un po' di tempo con la famiglia e gli amici. Il tempo è bello e perciò passo molto tempo all'aperto.
Come giudica la sua prestazione contro Lucas Pouille?
È stato per me il primo vero test. Sono soddisfatto. So che per battermi c'è bisogno di una grande prestazione. Questa vittoria mi ha dimostrato che se devo accelerare lo posso fare. Ho l'impressione di aver giocato un gran bel match.
Milos Raonic ha detto che quest'anno l'erba è diventata più lenta...
No, non credo. Credo che l'erba sia come il vino. Non tutti gli anni è uguale e il tempo ha pure il suo influsso. Forse nel corso di questa prima settimana l'erba mi è sembrata più soffice. È comunque incredibile sapendo che viene sempre steso un pallone sopra di essa, si potrebbe pensare che ogni condizione meteorologica viene tenuta sotto controllo. Forse non è il terreno migliore di sempre, ma è ok. Non mi sembra di aver notato delle grandi differenze.
Le sorprese della prima settimana sono legate alle uscite Alexander Zverev e Stefanos Tsitipas. Come le spiega?
L'esperienza è un fattore molto importante quando si gioca sull'erba. Certo, non ci sono molti tornei su questa superficie. Prima di Wimbledon ci sono tre settimane di gioco, ma pochi si avventurano in questi tornei per la paura di arrivare poi troppo stanchi. l'approccio a Wimbledon non è semplice da gestire. Nel 1999, 2000 e 2002 uscii al primo turno. Non so se abbia a che fare con la mancanza di esperienza. Sull'erba si rischia di panicare in fretta, forse per questo che con l'età uno impara a rimanere più tranquillo.
Cosa si aspetta dal suo prossimo avversario, Matteo Berrettini?
Non lo conosco bene e questo complica un po' le cose. L'ho visto giocare ad Halle e so che ha vinto a Stoccarda. Finora, qui a Wimbledon, ha dimostrato il suo buon momento. Mi aspetto un calo di energia sapendo che l'ultimo match l'ha vinto sui cinque set (ride). È ancora giovane e si riprenderà velocemente. Mi aspetto un match duro e forse anche lungo.