Al 1° turno contro DimitrovStan ha sete di rivincita: userà gli US Open come trampolino di (ri)lancio?
fon
26.8.2018
Vincitore degli US Open nel 2016, alla sua ultima partecipazione, Wawrinka è tornato a New York per riprendersi il posto che gli spetta fra i migliori tennisti del circuito.
Stan Wawrinka è in crescendo. Dopo un rientro mancato in gennaio agli Australian Open, seguito alla lunga pausa forzata dovuta all’operazione subita al ginocchio, il vodese si è preso il tempo di lavorare lontano dai riflettori per ricostruirsi non solo il fisico, ma anche il gioco e la mentalità vincente.
Dopo aver flirtato più volte con l’idea di mettere fine alla propria carriera, Stan ha mostrato di avere molta pazienza. Tornato sul circuito, è scivolato fino al 263esimo posto del ranking ATP, il 33enne ha preso parte a numerosi tornei, riconoscendo di dover riprendere a giocare per tornare competitivo. Le sconfitte, anche nei turni iniziali di tornei poco importanti, sono state molte, ma il merito di Wawrinka è stato quello di non dar loro troppa importanza, sapendo che quelle partite, anche se perse, facevano parte di un disegno più ampio: la sua ripresa costante spalmata sul lungo-medio termine.
A Wimbledon, invitato grazie ad una wild card, dopo la vittoria al primo turno contro il pericolosissimo Grigor Dimitrov (avversario che affronterà anche lunedì al primo turno degli US Open ndr.), Stan sembrava essere riuscito a (ri)evolversi in Stanimal, l’animale tennistico che nel corso degli ultimi quattro anni ha saputo fare cose che nessuno si sarebbe aspettato.
Dopo l’ottimo debutto in quel Londra le cose sono di nuovo precipitate; Wawrinka è stato sconfitto al secondo turno dall'italiano Thomas Fabbiano, tennista fuori dai top 100.
Come già anticipato poco fa tuttavia, l’elvetico non è rimasto a rigirarsi i pollici piangendosi addosso, invece ha immediatamente chiesto una wild card per il torneo di Washington, per potersi rimettere subito alla prova. Da lì in poi la crescita di Stan è stata palpabile.
Sconfitto al primo turno dall’americano Donald Young al Citi Open, le cose sono iniziate a girare per il verso giusto dalla Rogers Cup di Toronto in poi. In Canada il percorso di Stan è giunto fino agli ottavi di finale, dove è stato eliminato da Rafael Nadal in due set, rendendogli però la vita difficile. Una settimana dopo, a Cincinnati, il vodese ha saputo confermare tutti i miglioramenti dimostrati in Canada, raggiungendo i quarti di finale dopo aver messo al tappeto giocatori di primo piano come Diego Schwartzman e Kei Nishikori.
Uscito sconfitto ai quarti del torneo dell'Ohio per mano dell'amico-avversario Roger Federer, non senza lottare per due volte al tie break e rubargli un set, il vincitore degli US Open 2016 ora scalpita. Costretto a saltare il torneo newyorkese dodici mesi fa a causa delle operazioni al ginocchio, chissà se rivedere l’Arthur Ashe - lo stadio dove l'ultima volta in cui ha giocato ha sconfitto Djokovic in finale - non permetterà all’elvetico di ritrovare il suo tennis e di riprendere definitivamente il posto che gli spetta di diritto fra i grandi del tennis?
P.S. Attenzione, con Stan lo sappiamo: tutto è possibile… nel bene come nel male. Potrebbe sconfiggere Grigor Dimitrov al primo turno, per poi uscire sconfitto al secondo contro un tennista di seconda o terza fascia, come invece potrebbe faticare cinque set per avere la meglio sul bulgaro, e finire il torneo vincendo la finale col punteggio di 6-2 6-3-6-4 contro Novak Djokovic. Noi stiamo tenendo i pugni.