Tutto lo sport ticinese di ogni genere e categoria si ferma fino almeno al 29 marzo.
Questa la decisione del Consiglio di Stato, che nella conferenza stampa di mercoledì ha proclamato lo "Stato di necessità" in tutto il territorio cantonale.
Tutte le strutture sportive, dalle piscine alle palestre, passando da impianti di calcio e di risalita e piste di hockey, resteranno chiuse.
Non si potranno organizzare allenamenti, ma è concesso praticare sport a livello individuale, sempre nel rispetto delle norme di protezione della salute pubblica di tutta la comunità.
Deroga per hockey e calcio?
Per quanto concerne il proseguimento dei campionati maggiori di hockey e calcio, la situazione verrà valutata dopo le decisioni delle rispettive federazioni.
Il consigliere di stato Christian Vitta ha lasciato aperta la possibilità di una deroga per la disputa di partite a porte chiuse, ma non per gli allenamenti.
Nel frattempo la Federazione di hockey su ghiaccio (SIHF) ha fatto sapere che in seguito a questi sviluppi giovedì si svolgerà una teleconferenza tra tutti i club di National e Swiss League per prendere ulteriori decisioni in merito.
Marco Werder: «Il Lugano non può giocare i playoff nel suo stadio»
Alla luce delle decisioni di Bellinzona, l'idea che si possano svolgere playoff e playout di hockey diventa sempre più improbabile, poiché le squadre ticinesi al momento non possono nemmeno allenarsi.
«Il Lugano non può giocare i playoff nel suo stadio e di conseguenza non ha un posto dove giocarli», ha detto Marco Werder, che farà presente la cosa alla Lega.
Per l'amministratore delegato dei bianconeri non è neanche ipotizzabile uno spostamento in un altro Cantone per allenarsi e giocare. «Qui parliamo di salute, diventerebbe perlomeno strano».