GiustiziaBE: riparte processo per striscione Kill Erdogan
nw, ats
2.3.2022 - 11:15
Si è riaperto oggi il processo per uno striscione che nel corso di una manifestazione del 2017 a Berna inneggiava alla morte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. La parola è andata all'accusa.
Keystone-SDA, nw, ats
02.03.2022, 11:15
02.03.2022, 11:43
SDA
La procura ha chiesto contro i quattro imputati al Tribunale regionale di Berna-Mittelland pene pecuniarie – in parte sospese – fra le 32 e le 40 aliquote giornaliere di importo da definire. Le persone alla sbarra sono accusate di pubblica istigazione a un crimine o alla violenza e sommossa.
Diversi video e foto mostrano i quattro vicini allo striscione – che recava la scritta «Kill Erdogan with his own weapons!» ("Uccidete Erdogan con le sue stesse armi!") – e in parte anche su un furgone mentre lo trasportavano. Hanno cercato di diffondere il messaggio in tutto il mondo e questo, secondo l'accusa, li rende responsabili, che abbiano creato loro lo striscione oppure no.
Parte di una manifestazione
Lo striscione incriminato è stato esposto durante una manifestazione per la democrazia in Turchia svoltasi nel marzo del 2017, otto mesi dopo il fallito colpo di Stato e tre settimane prima di una votazione riguardante un aumento dei poteri di Erdogan.
Il tutto era stato organizzato da associazioni di curdi, dal PS e dai Verdi, così come da altre organizzazioni. Nel centro di Berna si erano riunite migliaia di persone. Durante un raggruppamento separato di circa 150 autonomi di estrema sinistra è stato esposto lo striscione, su cui era raffigurato anche il volto del presidente turco e una pistola puntata nella sua direzione.
Il caso aveva avuto una grande eco in Turchia, con proteste ai più alti livelli e lo stesso Erdogan che aveva invitato la Confederazione a smetterla di sostenere organizzazioni terroristiche.
Processo interrotto
Il processo era stato interrotto dal giudice il 19 gennaio. Inizialmente prevedeva di chiudere il caso in due giorni, ma la cosa non è stata possibile a causa del tempo perso su una richiesta di esclusione dall'aula di un giornalista turco.
La sentenza dovrebbe essere pubblicata il 9 marzo. La difesa si deve ancora esprimere.