Epidemia Ecco il piano europeo sul turismo, in vista di un'estate diversa dalle altre

ATS

13.5.2020

Non sarà un'estate come tutte le altre. Ai tempi del Covid-19, le spiagge affollate saranno un pallido ricordo, con i bagnanti costretti a indossare mascherine protettive e a osservare distanze di sicurezza anche per la tintarella. Ma una boccata di ossigeno è possibile, o almeno l'Europa ci prova.

È il senso delle nuove linee guida per il turismo e la libertà di movimento presentate da Bruxelles, per un approccio coordinato verso una parvenza di normalità, anche nel tentativo di rimettere in piedi un settore che vale il 10% del PIL dell'Unione Europea, circa 1.400 miliardi di euro.

«L'Unione sta riaprendo, passo dopo passo», ha commentato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen tentando di iniettare un po' di ottimismo nelle vene degli europei sfiancati da settimane di lockdown e da prospettive economiche atroci. Ma la strada è lunga, e una nuova impennata dei contagi, con il rilassamento delle misure, potrebbe causare dolorosi balzi indietro.

Allentamenti alle frontiere se ci sono profili di rischio simili

Secondo Bruxelles comunque l'allentamento dei controlli alle frontiere dovrebbe avvenire tra Paesi, ma anche regioni dell'UE con profili di rischio bassi e simili tra loro, oltre che sulla base di valutazioni che riguardano le misure precauzionali adottate (come il distanziamento sociale, l'interoperabilità delle app per il tracciamento) e la capacità dei sistemi sanitari di affrontare nuove situazioni di crisi.

Una soluzione favorevole anche per l'Italia, che potrebbe dare il via libera ai territori ad alta vocazione turistica e con basse curve di infezioni per arrivi da tutte le altre aree dell'Unione con caratteristiche similari. Sempre però che i 26 partner vogliano applicare le linee guida europee con un approccio su base regionale.

Sebbene sia presto per giudicare, i primi segnali da Germania, Austria, Francia e Svizzera non lasciano ben sperare. Dei 17 governi dell'area Schengen (su 26) che hanno ristabilito i controlli alle frontiere a causa della pandemia, quelli di Berlino, Vienna, Berna e Parigi sono tra i primi a voler tornare alla normalità, entro il 15 giugno.

Frontiere chiuse con Italia e Spagna, «Paesi molto colpiti»

Ma le quattro capitali, che si sono consultate tra loro per coordinarsi, ritengono che sia ancora troppo presto per aprire a Italia e Spagna, indicate come «Paesi molto colpiti», secondo quanto indicato dal ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer.

«Non ci sono prospettive di una tempestiva riapertura dei confini» verso l'Italia, «non ne vedo i presupposti», ha chiarito il leader austriaco Sebastian Kurz. E anche la ministra svizzera di Giustizia e polizia Karin Keller-Sutter ha specificato che non ci sono orizzonti temporali per lo sblocco del confine con l'Italia. Che così, al momento, resta appesa.

Cosa prevedono le linee guida europee per il turismo

Ad ogni modo le linee guida dettate da Bruxelles per consentire a hotel, bed&breakfast, ristoranti, spiagge, piscine e altre strutture ricettive di riprendere la loro attività prevedono il distanziamento fisico di 1,5-2 metri, l'uso delle mascherine e protocolli precisi di pulizia e disinfezione, come ad esempio il lavaggio a 90 gradi di lenzuola, asciugamani e tovaglie, e un'adeguata ventilazione meccanica o naturale degli spazi interni.

Intanto fa discutere anche una procedura di infrazione contro 12 Stati membri che hanno violato il diritto dei passeggeri al rimborso, privilegiando i voucher, dopo la cancellazione dei voli aerei.

La sanzione, annunciata dalla vicepresidente dell'Esecutivo comunitario Margrethe Vestager, è stata smentita in pubblico dalla collega responsabile per i Trasporti, Adina Valean, con lady Antitrust costretta a rimangiarsi la parola, a stretto giro, su Twitter.

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