ItaliaLa sorella di Giulia: «Filippo un mostro? No, figlio del patriarcato». Ora è accusato di omicidio volontario
ATS / sam
20.11.2023 - 14:42
A due giorni dal ritrovamento del cadavere di Giulia Cecchettin in un canalone vicino al lago di Barcis, in provincia di Pordenone, e all'indomani dell'arresto dell'ex fidanzato Filippo Turetta, in Germania, si esprime la sorella della 22enne. Intanto è cambiato il capo di imputazione contro il giovane fermato.
Keystone-SDA, ATS / sam
20.11.2023, 14:42
28.11.2023, 19:16
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«Turetta viene spesso definito come mostro, invece mostro non è. Un mostro è un'eccezione, una persona esterna alla società, una persona della quale la società non deve prendersi la responsabilità. E invece la responsabilità c'è. I ‹mostri› non sono malati, sono figli sani del patriarcato, della cultura dello stupro»: così Elena Cecchettin in una lettera al Corriere della Sera.
La sorella di Giulia continua poi scrivendo: «La cultura dello stupro è ciò che legittima ogni comportamento che va a ledere la figura della donna, a partire dalle cose a cui talvolta non viene nemmeno data importanza ma che di importanza ne hanno eccome, come il controllo, la possessività, il catcalling» (ossia le molestie di strada).
E ancora: «Ogni uomo viene privilegiato da questa cultura. Viene spesso detto 'non tutti gli uomini'. Tutti gli uomini no, ma sono sempre uomini».
Per la sorella di Giulia, infine, «il femminicidio è un omicidio di Stato, perché lo Stato non ci tutela, perché non ci protegge. Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere».
L'ipotesi di reato per Turetta è quello di omicidio volontario
Intanto il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi ha detto oggi che il ritrovamento del corpo della ragazza chiaramente necessita il cambiamento del capo di imputazione nei confronti di Filippo Turetta, che quindi è stato cambiato.
Il reato di cui ora è accusato l'ex fidanzato di Giulia, uccisa a coltellate, è attualmente quella di omicidio volontario. «Ma si tratta di una imputazione provvisoria perché dobbiamo fare tutti gli accertamenti tecnici sui luoghi, sui reperti, sulla macchina, dobbiamo sentire la versione dei fatti di Turetta, e solo a quel punto si potrà fare un'impostazione più completa», precisa Cherchi.
Il giovane in arresto in Germania accetta l'estradizione
Nel frattempo si è anche saputo che Turetta ha accettato l'estradizione dalla Germania, dove è stato fermato e dove è attualmente detenuto, all'Italia.
Lo ha fatto sapere il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a Dritto e Rovescio su Rete4, sottolineando «la collaborazione molto positiva» con le autorità tedesche nella gestione del caso.
«Pare che Filippo abbia accettato di non opporsi all'estradizione, quindi potrebbe essere estradato, dopo le procedure burocratiche e la decisione del giudice, nel giro di pochi giorni e rientrare in tempi piuttosto brevi. Se si fosse opposto, sarebbero stati tempi più lunghi».
Una fiaccolata a Vigonovo
Infine, ieri sera i genitori di Filippo Turetta hanno preso parte, in fondo al corteo, alla fiaccolata silenziosa per Giulia tenutasi a Vigonovo, alla quale hanno partecipato quasi 3.000 persone.
«Hanno sentito fosse loro dovere esserci come segno di vicinanza alla famiglia Cecchettin, che non hanno incontrato», ha detto l'avvocato Emanuele Compagno.
Parlando con alcuni cronisti, Nivola Turetta, papà di Filippo, ha voluto precisare alcune dichiarazioni che a suo avviso erano state distorte: «Non ho mai detto che avrei preferito che Filippo fosse morto. Temevo che facesse un gesto disperato. Avrei solo voluto andare a riprenderli tutti e due vivi», ha spiegato.