Francia Macron difende Depardieu, è «vittima di caccia all'uomo»

SDA / pab

23.12.2023 - 16:06

Macron parla del caso Depardieu su France5.
Macron parla del caso Depardieu su France5.
Imago

Dopo la controversa legge sull'immigrazione, un'altra bufera si è scatenata in Francia sul presidente Emmanuel Macron, reo questa volta di aver difeso Gérard Depardieu. Alcuni esperti pensano sia una strategia mediatica volta a sviare l'attenzione dai problemi politici che incontra l'inquilino dell'Eliseo.

Il «mostro sacro» del cinema nazionale è stato più volte denunciato per stupro e violenza sessuale da diverse colleghe del grande schermo.

Ed è caduto in disgrazia soprattutto dopo la puntata della trasmissione tv «Complément d'enquete», intitolata «Gérard Depardieu: la caduta dell'orco», in cui l'attore sembra lasciarsi andare a commenti volgari e sessisti perfino nei confronti di una bambina di 10 anni.

La circostanza è stata smentita dalla famiglia Depardieu, ma, notizia di venerdì sera, un ufficiale giudiziario ha certificato il lavoro corretto dei giornalisti: il grande attore stava proprio palrando della ragazzina passata davanti alla telecamera pochi istanti prima.

Macron difende la presunzione d'innocenza di Depardieu

La ministra della Cultura, Rima Abdul Malak, si era spinta nei giorni scorsi ad annunciare una procedura disciplinare per decidere l'eventuale revoca della Legion d'onore conferita alla star nel 1996.

Al contrario, il presidente si è schierato a favore della «presunzione di innocenza» di Depardieu, «un attore immenso» che «ha reso fiera la Francia», e di cui si è detto «grande ammiratore».

«C'è una cosa che non mi vedrete mai fare, sono le cacce all'uomo. Le detesto», ha insistito Macron in un'intervista giovedì sera su France5, spiegando che a suo avviso l'onorificenza della République non è una patente «di moralità». Circostanza questa sconfessata dopo la lettura del regolamento che stabilisce le regole con cui si attribuisce la Legione d'onore.

«Non è sulla base di un reportage o di questa o quella cosa che si toglie la Legion d'onore a un artista. Se così fosse – ha aggiunto il capo dell'Eliseo – l'avremmo già tolta a molti».

Indignazione tra politici e militanti

Le parole del presidente hanno suscitato l'indignazione della gauche (sinistra) e l'ira delle femministe.

«Non sono soltanto scandalose ma un pericoloso segnale che invita a continuare a non credere alle vittime», ha commentato la presidente di Fondation des Femmes, Anne-Cécile Mailfert, che ha accusato il capo dell'Eliseo di perseguire la «cultura dello stupro» che «punta a rovesciare la colpevolezza: non è più Depardieu il cacciatore, il predatore. Sono le donne a cacciare gli uomini...».

Macron «avrebbe potuto dire che parlare in quel modo delle donne è qualcosa di insopportabile, avrebbe potuto avere un pensiero per le vittime di Depardieu e le donne in generale. Ma non lo ha fatto», ha proseguito.

Un'astuta mossa di comunicazione?

Dopo l'ondata di indignazione, stupore e malcontento provocata dalla difesa di Depardieu da parte del presidente, alcuni giornalisti, analisti ed esperti in comunicazione hanno fatto notare che le esternazioni di Macron potrebbero essere il frutto di una strategia mediatica studiata a tavolino per distogliere l'attenzione dalla crisi politica profonda innescata dall'adozione della nuova legge sull'immigrazione. 

E in effetti i maggiori quotidiani transalpini, così come molte trasmissioni radio e TV, hanno approfondito il tema delle parole di Macron, lasciando in disparte o perlomeno in secondo piano gli scossoni politici che sta subendo il partito del presidente, che a poco più di un anno e mezzo dalla sua rielezione per cinque anni, si trova in difficoltà.

Altri esperti hanno però affermato che, secondo fonti interne, la collera di Macorn in TV, soprattutto verso la ministra della cultura Abdul-Malak, rea di aver preso la decisione di togliere la Legione d'onore all'attore senza consultare il capo dell'Eliseo e senza nemmeno informarlo, era autentica e non una mossa di comunicazione.

L'ex presidente Hollande critica Macron

Dai microfoni di France Inter è intervenuto nel dibattito anche l'ex presidente socialista, François Hollande, che a Macron ha replicato: «No, Depardieu non ci rende fieri».

E al contrario del suo successore che ha parlato «del talento» dell'attore, l'ex capo dello Stato ha invece voluto «parlare delle 14 donne aggredite, delle donne umiliate, delle donne sconvolte dalle immagini che hanno visto, di tutte quelle donne che attraverso Depardieu vedono violenza, dominazione e disprezzo».

Molte donne accusano Depardieu

Sono almeno quattordici infatti le donne che hanno accusato di abusi sessuali l'attore dal doppio passaporto francese e russo.

Depardieu è indagato dal 2020 per stupro ai danni dell'attrice Charlotte Arnould ed è stato accusato più di recente dall'attrice Hélène Darras, nell'ambito di una presunta aggressione sessuale perpetrata nel 2007, durante le riprese del film Disco.

Appena pochi giorni fa, anche la giornalista spagnola Ruth Baza ha presentato una denuncia formale nei confronti di Depardieu per abusi sessuali risalenti al 1995.

A farle decidere di agire dopo tanto tempo sarebbe stato il suicidio dell'attrice Emmanuelle Debever, tra le primissime accusatrici dell'interprete di Danton e Cyrano de Bergerac, quel «mostro sacro che si era permesso delle cose».

SDA / pab