Esposizioni Neoimpressionismo, Achille Laugé all'Hermitage di Losanna

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22.6.2022 - 14:49

Uno dei dipinti del pittore occitano Achille Laugé esposti alla Fondation de l'Hermitage di Losanna: "Fenêtre ouverte à Toulouse" , verso 1920-1925 (olio su tela).
Uno dei dipinti del pittore occitano Achille Laugé esposti alla Fondation de l'Hermitage di Losanna: "Fenêtre ouverte à Toulouse" , verso 1920-1925 (olio su tela).
Keystone

Da venerdì e fino al 30 ottobre, la Fondation de l'Hermitage di Losanna dedica, per la prima volta in Svizzera, un'ampia retrospettiva al pittore francese Achille Laugé (1861-1944).

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Artista sconosciuto la cui carriera si è svolta in gran parte nella regione di Carcassona, capoluogo del dipartimento dell'Aude, in Occitania, suo luogo d'origine. Achille Laugé ha tracciato un percorso particolare in seno al movimento neoimpressionista al quale ha aderito dopo aver scoperto il dipinto manifesto di Georges Seurat, «Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte», al Salone degli indipendenti del 1886 a Parigi, vera e propria rivelazione per lui.

Proveniente da una famiglia contadina, in un primo tempo Laugé abbandona gli studi in farmacia per la Scuola di Belle Arti di Tolosa, dove lega con Antoine Bourdelle, prima di proseguire il suo apprendistato e di condividere l'atelier con Aristide Maillol. Nel 1892, di ritorno a Carcassona, si converte al colore puro diviso.

Un'ottantina di dipinti

L'esposizione riunisce un'ottantina di opere e copre tutta la carriera di Laugé, indica la fondazione. Questa mette in luce «l'originalità profonda» di questo pittore del quotidiano, mosso da «un'arte di sensibilità emotiva», come scriveva il suo amico scultore Bourdelle. Attratto dall'abbagliante luminosità dei paesaggi meridionali, la sua arte mostra l'intuizione del colore, con una tavolozza altamente sfumata.

Raffinato e al contempo semplice, il pittore occitano ha spesso scelto come soggetto l'ambiente circostante: i dintorni della sua casa di Cailhau, i fiori del suo giardino, i ritratti dei suoi familiari, i paesaggi dell'Aude. Ha ad esempio realizzato nature morte in cui i mazzi di papaveri e margherite si accostano a frutti maturi e rami di mandorlo in fiore.

«Con la sua tecnica molto pura, caratterizzata dai tre colori primari giustapposti in puntini o a reticolo, si è appropriato in modo molto personale della tecnica del divisionismo di Seurat e Signac», spiegano i responsabili della mostra.

Pittura contemplativa e ordinata

«Come Monet davanti alle sue cattedrali, Laugé lavora in serie, rappresentando instancabilmente le strade di Cailhau. In questi paesaggi rigorosamente costruiti, si sforza di rendere le sfumature della luce, il passaggio delle stagioni nelle loro variazioni più minute», proseguono.

Percorrendo queste strade con la sua «roulotte atelier», che aveva progettato per lavorare sul motivo, l'artista ha creato composizioni dallo stile raffinato da cui emergono una dolce sensazione di tranquillità, un senso della composizione molto geometrico e un gusto pronunciato per il vuoto. «La pittura di Laugé è contemplativa e ordinata, senza alcuna reale ambizione narrativa».

La tecnica severa che caratterizza i suoi ritratti degli anni 1896 a 1899 va di pari passo con l'infinita delicatezza che sprigiona da tutte le sue opere. Intorno al 1905-1910, l'artista ammorbidisce ulteriormente il suo tocco, pur continuando a utilizzare una tavolozza ridotta ai colori puri.

Amante di stampe giapponesi

Laugé era sensibile al giapponismo, non per effetto di moda, ma perché era alla ricerca dell'armonia profonda delle forme. Nelle sue composizioni di fiori, il grafismo delicato di un ramo, le linee oblique, la finezza dei colori ridotti all'essenziale, la semplicità della messa in pagina, o ancora lo sfondo vuoto traducono in maniera molto personale la lezione dei maestri della stampa giapponese.

Negli anni 1920 e 1930 ha passato le estati a Collioure, una mecca per i coloristi di inizio secolo. L'artista muore nel 1944, senza aver mai smesso di lavorare, «coltivando la particolarità della sua paletta e la libertà del suo tocco vibrante».

https://fondation-hermitage.ch/