Incubo per i turistiTutte le spiagge d'Italia chiuderanno per ore, ecco perché
Jenny Keller
8.8.2024
Venerdì i turisti troveranno le spiagge chiuse in Italia a causa dello sciopero dei gestori dei lidi. In segno di protesta contro i piani dell'UE di mettere a gara le licenze in tutta Europa, non affitteranno lettini e ombrelloni.
Jenny Keller
08.08.2024, 06:00
Jenny Keller
Hai fretta? blue News riassume per te
Gli operatori dei lidi protestano contro la richiesta dell'UE di mettere a gara le licenze per i tratti di spiaggia in tutta Europa per creare trasparenza.
I permessi per le spiagge italiane sono state assegnate ai veterani di guerra dopo la Seconda Guerra Mondiale e sono ora una fonte di reddito per i loro discendenti.
Oltre il 50% delle coste italiane è coperto da stabilimenti balneari, che generano un fatturato annuo di 15 miliardi di euro e danno lavoro a 300.000 persone.
L'incubo di tutti i vacanzieri: il sole splende, l'acqua è piacevolmente fresca, ma la spiaggia rimane chiusa. Venerdì i lidi italiani resteranno chiusi nel bel mezzo delle vacanze estive, come riportato da Ravenna Today e altri media.
Il motivo? Gli operatori balneari sono in sciopero. Dalle 7.30 alle 9.30 non affitteranno ombrelloni e sdraio. Chi vorrà entrare in acqua si troverà di fronte a porte chiuse.
In Italia non ci si può semplicemente sdraiare in riva al mare. Nella maggior parte delle località balneari è necessario pagare per accedere alla spiaggia.
I gestori degli stabilimenti hanno delle licenze per determinati tratti di spiaggia, una normativa italiana speciale con un passato storico. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, queste licenze venivano affittate agli invalidi di guerra per garantire loro un reddito.
La «mafia dell'ombrellone» fa affari lucrosi
I discendenti degli affittuari originari sono ora responsabili dei 30.000 lidi del Paese. Guadagnano bene dai bagni, le cui licenze venivano rinnovate automaticamente anno dopo anno.
Il noleggio di attrezzature balneari è diventato un'attività lucrativa a cui non si è disposti a rinunciare. La «mafia dell'ombrellone» è spesso citata in questo contesto.
Una settimana di vacanza al mare ad Alassio in Liguria, ad esempio, costa in media 340 euro a persona. In prima fila con vista diretta sul mare, il prezzo arriva a 392 euro.
Non c'è da stupirsi che gli operatori si oppongano ai piani dell'UE. Vuole mettere a gara le licenze per le spiagge in tutta Europa e rendere più trasparente la loro assegnazione, cosa che attualmente non avviene.
Gli operatori balneari delle province di Udine, Liguria e Livorno stanno protestando e chiedono al Governo a Roma di difendere i loro interessi.
Oltre il 50% delle coste italiane è coperto da lidi e 300.000 persone ci lavorano nei mesi estivi. Gli operatori generano un fatturato annuo di 15 miliardi di euro. Non vogliono condividere questo mercato lucrativo con i concorrenti di altri Paesi, come la Germania o la Francia.