Stati UnitiBiden: «La diplomazia e l'America sono tornate»
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4.2.2021 - 22:15
«La diplomazia è tornata»: lo ha detto il presidente americano Joe Biden promettendo di «lavorare con alleati e partner», «rinnovare il nostro ruolo nelle istituzioni internazionali e reclamare la nostra credibilità e autorità morale».
«Per questo – ha aggiunto nella sua prima visita al Dipartimento di Stato – ci siamo mossi rapidamente per ripristinare l'impegno americano a livello internazionale, riguadagnare la nostra posizione di leadership e catalizzare l'azione globale sulle sfide condivise».
«Nelle ultime due settimane ho parlato con i leader di molti dei nostri amici più stretti per cominciare a riformare l'abitudine della cooperazione e ricostruire i muscoli delle alleanze democratiche atrofizzati da quattro anni di trascuratezza e abuso», ha spiegato Biden.
«Le alleanze dell'America sono tra i nostri asset più grandi»
«Le alleanze dell'America sono tra i nostri asset più grandi» così come «guidarle con i mezzi della diplomazia stando spalla a spalla con i nostri alleati e partner ancora una volta», ha proseguito, ammonendo che bisogna anche «affrontare i nostri avversari e rivali diplomaticamente quando necessario».
«Dobbiamo affrontare questo nuovo momento di crescenti sfide globali, dalla pandemia alla crisi climatica e alla proliferazione nucleare, che possono essere risolte dalle nazioni solo lavorando insieme per la causa comune», ha sostenuto il presidente americano nel suo primo discorso di politica estera dopo l'insediamento.
«Questo deve partire dalla diplomazia, radicata nei nostri più amati valori democratici, difendendo la libertà, sostenendo le opportunità, difendendo i diritti universali, rispettando il ruolo della legge, trattando ogni persona con dignità», ha aggiunto.
«Benché molti di questi valori siano andati sotto intensa pressione negli ultimi anni, addirittura spinti sull'orlo del baratro nelle ultime settimane, il popolo americano emergerà più forte, più determinato e meglio equipaggiato per unire il mondo nel combattere per difendere la democrazia», ha affermato Biden.
Le questioni Cina e Russia
Il presidente ha quindi detto che «dobbiamo fronteggiare le crescenti ambizioni della Cina e la determinazione della Russia di danneggiare la democrazia». Gli Usa «non subiranno più» le azioni ostili della Russia e risponderanno, ha ammonito, annunciando verso Vladimir Putin un atteggiamento «diverso dal mio predecessore».
Biden ha poi chiesto che l'oppositore russo Alexei Navalny venga «rilasciato immediatamente e senza condizioni». «Non esiteremo ad aumentare i costi per la Russia e a difendere i nostri interessi vitali e il nostro popolo», ha aggiunto. Quanto alla Cina, gli Usa sono pronti a lavorare con Pechino quando sarà nell'interesse dell'America, ha detto Biden.
Mentre per quanto riguarda il colpo di Stato in Birmania, «l'esercito deve cedere il potere e rilasciare tutte le persone detenute»: ha dichiarato, annunciando anche che lavorerà con il Congresso per imporre sanzioni.
Ma la mossa più clamorosa è lo stop del sostegno americano alla guerra saudita in Yemen, che ha causato uno delle peggiori crisi umanitarie del mondo, con la morte di migliaia di civili. «Questa guerra deve finire», ha detto Biden, annunciando anche la nomina di un nuovo inviato per lo Yemen, Timothy Lenderking. Una decisione che rimette in discussione i rapporti con Riad.
Infine, Biden ha annunciato che firmerà un ordine esecutivo per alzare a 125'000 il numero dei rifugiati che gli Usa accoglieranno, contro i 15'000 previsti per quest'anno, dopo le drastiche riduzioni del suo predecessore.