Medio OrienteTel Aviv ricorda gli ostaggi con un tunnel, cortei nel mondo per i 100 giorni di guerra
SDA
13.1.2024 - 20:55
Trenta metri di orrore: un tunnel per tentare di comprendere, «solo in parte», ciò che da 100 giorni provano a Gaza gli oltre 130 ostaggi ancora nelle mani di Hamas dal 7 ottobre. La copia del luogo di cattività dei rapiti è stata riprodotta a Tel Aviv – di fronte al ministero della difesa – dalle famiglie degli ostaggi in quella piazza che oramai è diventata il simbolo della battaglia. Il tunnel è una delle tante iniziative che il Forum ha indetto da questa sera in tutto Israele per il triste anniversario dei 100 giorni.
13.01.2024, 20:55
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Ma altre manifestazioni sono state organizzate a Londra, a New York e a Parigi. E non è un caso che ad aprire la marcia per le vie della città – da questa sera alla fine del sabato ebraico fino a domani mattina – sia un video messaggio del presidente francese Emmanuel Macron che chiederà, secondo gli organizzatori, l'immediato rilascio dei rapiti da parte di Hamas. A testimoniare la vicinanza degli Usa, l'ambasciatore americano in Israele Jack Lew parteciperà alla marcia.
Tunnel in ricordo degli ostaggi
Un'altra manifestazione significativa è quella indetta nella foresta del kibbutz Reim dove il 7 ottobre furono uccisi da Hamas oltre 360 giovani, e altri rapiti, al Festival musicale Nova. Alle 6.29 – ora dell'attacco – sul posto ci sarà una rievocazione storica di quei momenti terribili: a fare da cornice le foto dei ragazzi uccisi e di quelli ostaggio.
«Solo entrare nel tunnel mette terrore. Non possiamo neanche immaginare quello che si può provare in uno vero e da 100 giorni», ha raccontato visitando il tunnel Omer Lifschitz, il cui padre Oded è ostaggio nella Striscia di Gaza. Anche lui insieme agli altri ha scritto sulle pareti un messaggio per la liberazione dei rapiti.
In molti hanno sottolineato che «solo in parte» si può immaginare cosa sia un tunnel vero, perché, è stato spiegato, in quelli reali – alcuni anche 40 metri sottoterra – c'è solo buio, freddo e claustrofobia. Nella stessa piazza – rinominata «degli ostaggi» – c'è anche una lunga tavolata imbandita di tutto punto le cui sedie portano i nomi dei prigionieri di Hamas. Compresi quelli dei fratellini Bibas, uno di appena 1 anno, i cui genitori sono ancora ostaggio a Gaza insieme a loro. «Devono tutti essere liberati subito – ha aggiunto Lifschitz – e riportati a casa».
Esperienza toccante
Ela Ben Ami, il cui padre Ohad è stato rapito dal kibbutz Beeri, dopo aver visitato il tunnel, ha detto di «essere scossa». «Per 100 giorni mio padre e gli altri non hanno potuto lasciare quei posti», ha aggiunto sollecitando gli esponenti del governo a visitare il tunnel.
«Abbiamo bisogno della pressione dell'opinione pubblica, non c'è altro modo», ha detto Dorit Gvili del Forum. «Dobbiamo tenerli sempre a mente e dire che sono ancora vivi e che vanno riportati a casa».