USA 2020 Il primo discorso di Biden eletto: «Domani sarà un giorno migliore, basta litigi»

Paolo Beretta

8.11.2020

Accoglienza trionfale per i discorsi della vice presidente eletta Kamala Harris e del presidente eletto Joe Biden. Appello di entrambi a più collaborazione e unità. Biden promette: «Domani sarà un giorno migliore».

Alle 20h28 ora locale, le 2h28 in Svizzera, una voce femminile interrompe la musica di sottofondo per annunciare l’arrivo della vicepresidente eletta Kamala Harris. Il pubblico, accorso sul parcheggio del Chase Center di Wilmington, città del Delaware dove vive Joe Biden, la accoglie con un boato tra urla, clacson e applausi.

Kamala Harris, tutta di bianco vestita, fa la sua trionfale entrata sul palco, sulle note di una canzone di Beyoncé. Parte l’applauso e partono le urla di chi, con la mascherina, seduto nel proprio pick-up, sul tetto dell’auto, o in piedi, cercando di mantenere le distanze di sicurezza, si è riunito per il discorso della vittoria di Joe Biden.

La Harris, deve dire diverse volte «grazie» prima di poter iniziare il suo breve discorso. Infatti, per un paio di minuti abbondanti, i presenti non accennano a diminuire il tifo da stadio.

«Abbiamo il dovere di costruire un futuro migliore»

Sorridente e visibilmente molto emozionata dal caloroso benvenuto, inizia il suo intervento prendendo però subito un tono più serio. E lo fa citando John Lewis, deputato di colore alla Camera dei rappresentanti e attivista per i diritti civili: «John Lewis, poco prima di morire (si è spento nel luglio del 2020 ndr.) mi ha ricordato come in questa elezione ci fosse in gioco la democrazia. Proteggere la democrazia non è scontato ma è gioia e progresso. Noi abbiamo il dovere di costruire un futuro migliore. Voi avete fatto entrare un nuovo futuro per l'America».

Harris passa poi ai ringraziamenti «Grazie alla nostra squadra straordinaria di volontari per aver portato molte più persone rispetto al passato nel processo democratico». Ribadisce un concetto che Joe Biden ripete dall’inizio della votazione: «La nostra nazione deve dire grazie a tutti coloro che hanno contato i voti, fino all'ultimo. Perché ogni voto conta. Avete fatto sentire la vostra voce, avete scelto speranza, unità, onestà, scienza e verità».

Harris ai giovani: «Fate sogni ambiziosi»

«Voi avete scelto Joe Biden come prossimo presidente degli Stati Uniti. Abbiamo eletto un presidente che rappresenta il meglio di noi. Il presidente per ogni americano. Joe è una persona onesta che unisce. È un uomo con un cuore grande, ora abbiamo potere per un futuro migliore».

La voce della vice presidente eletta degli Stati Uniti trema un pochino per l’emozione, per qualche istante, quando ricorda sua madre: «Penso a mia mamma perché mi ha permesso di credere in questo momento. Questo è un Paese delle possibilità: sono la prima donna a diventare vice presidente ma non sarò certamente l'ultima». Lancia poi un invito alle giovani generazioni: «fate sogni ambiziosi».

«Joe Biden ha avuto coraggio a scegliermi, lotterò per essere una vice presidente leale e onesta. Il lavoro comincia adesso», ha poi terminato prima di aggiungere: «Ho il grande onore di presentarvi il presidente eletto degli Stati Uniti d’America… Joe Biden!»

Un energico Biden entra in scena

Sono le 20h38 a Wilmington, le 2h38 in Svizzera, e parte un altro boato di applausi, clacson e urla. Le telecamere vanno a cercare il presidente eletto che è su un corridoio laterale al palco. Il 77enne, che sorride visibilmente sotto la mascherina nera, appare in forma smagliante e fa una buona trentina di metri al passo di corsa, galvanizzato dalle note, non sicuramente scelte a caso, di «We Take Care of Our Own» (Ci prendiamo cura di noi stessi ndr.) canzone del rocker Bruce Springsteen.

Raggiunge Kamala Harris, che saluta dandole i pugni. Prima di prendere la parola dal pulpito la invita davanti per godersi gli applausi del pubblico.

Esordisce con tono deciso Joe Biden il suo discorso di vittoria: «Buonasera miei amici americani, buonasera a tutti quelli che stanno ballando con me in questo momento. Sono onorato di esser stato scelto per guidare il Paese. Il lavoro davanti a noi sarà difficile ma vi prometto questo: sarò il presidente di tutti gli americani».

«Domani sarà un giorno migliore»

Biden ricorda l'esito del voto: «Le persone di questa nazione hanno parlato e hanno deciso che abbiamo vinto noi. Una vittoria netta. Noi che abbiamo vinto con il maggior numero di voti mai dati a un presidente americano, 74 milioni. Mi ha sorpreso quest'ondata di gioia in tutto il Paese e in tutto il mondo. Domani sarà un giorno migliore».

Biden parla in modo più fluido di 24 ore prima, quando era inciampato su alcune parole: «Da questo momento non ci sarà blu e rosso in questo Paese», dice facendo riferimento ai colori con i quali di solito si designano i democratici e i repubblicani. «Esisteranno soltanto gli Stati Uniti. Vogliamo ricostruire la spina dorsale di questo Paese, la classe media».

«Combattiamo insieme per un'America migliore»

«Grazie a tutti quelli che hanno lavorato per queste elezioni, a nome mio e di tutta la nazione. Io vi devo davvero tutto. Sono orgoglioso della campagna elettorale, abbiamo ottenuto risultati straordinari». Si rivolge però anche agli sconfitti: «So che sarete delusi. Ma proviamoci insieme. Raffreddiamo gli umori, non siamo nemici, siamo avversari. Siamo tutti americani». E ha perfino parole d’empatia verso il rivale sconfitto, ricordando a se stesso e al mondo: «Ho perso anche io un paio di elezioni».

«Oggi, prosegue, saremo tutti insieme: democratici, repubblicani, indipendenti, progressisti, moderati, conservatori, giovani, vecchi, cittadini, contadini, gay, transgender, latinoamericani, e tutti quelli della comunità afroamericana, che ancora una volta si sono battuti per me, ribadisce Biden battendo con forza il pugno tre volte sul pulpito. Combattiamo tutti insieme per una nuova America, un'America unita».

«Sono fiero di essere un democratico ma governerò come un presidente americano, lavorerò duro, anche per chi non ha votato per me». «Non conta l’esempio del nostro potere, ma il potere del nostro esempio.»

Un gruppo di esperti per combattere la pandemia

Il pubblico con applausi e acclamazioni sottolinea diverse volte le parole molto decise dell'ex vice presidente di Obama che parla poi di un tema delicato, quello della pandemia, ribadendo che crede nella scienza e annuncia per lunedì la creazione di una cellula di crisi sul coronavirus, per combattere la principale sfida che attende l’esecutivo.

Della speciale Task Force faranno parte scienziati e esperti che lavoreranno a un piano che «entrerà in vigore dal 20 gennaio 2021», giorno di insediamento di Biden alla Casa Bianca.

«Yes we can»

Poco prima di terminare il discorso Biden ha voluto ricordare le sue radici politiche e culturali citando Abramo Lincoln, il liberatore degli schiavi, Franklin Delano Roosevelt e il suo new deal, la rivoluzione di John Fitzgerald Kennedy, l’America della speranza di Barack Obama, riunita sotto il celebre motto «Yes we can» (Sì possiamo ndr.). «Anche noi possiamo farlo, dice Biden, questa nazione è la patria delle possibilità. Tutti ne hanno in questo paese».

E alla fine un riferimento alla religione: «Mio nonno mi diceva, "mantieni la fede". Mia nonna, specificava: “No, Joey: diffondila”».

E alle 20h55 ora locale, le 2h55 di mattina in Svizzera, Joe Biden da presidente eletto termina il suo discorso con le stesse identiche parole con cui aveva finito il suo discorso da candidato il giorno precedente: «Che Dio vi benedica e che Dio protegga le nostre truppe».

Nuovi orizzonti per gli Stati Uniti

Riparte la musica, il presidente eletto viene raggiunto sul palco dalla moglie, dalla sua famiglia e da quella della sua vice Kamala Harris con il marito.

La canzone «Sky full of stars» dei Coldplay lascia il posto a «Simply the best» di Tina Turner mentre i fuochi d’artificio disegnano nel nero della notte i nomi dei vincitori di rosso, blu e bianco, i colori degli Stati Uniti.

Le telecamere indugiano sui visi che scrutano l'orizzonte e rimangono in ammirazione davanti al gran finale pirotecnico con la creazione di una gigantesca bandiera statunitense.

Alle 21h03 a Wilmington, le 3h03 in Svizzera, la sensazione, visti i toni, le parole e i contenuti dei discorsi di Harris e Biden, è che da quell'orizzonte scrutato con meraviglia sorgerà, tra poche ore, il sole, non per forza su «un giorno migliore», ma quasi di sicuro su una nuova America, un'America diversa, che darà a quella bandiera a stelle e strisce molto probabilmente altri significati e altri valori.

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