Nuove provocazioni in arrivo? Kim sfida Seul e fa esplodere le strade tra le due Coree

SDA

15.10.2024 - 22:02

Le riprese delle telecamere a circuito chiuso della Corea del Nord che fanno saltare in aria parte della strada della Gyeongui Line (L), che collega la città di Paju, al confine occidentale del Sud, con il Nord, e parte della strada della Donghae Line lungo la costa orientale, intorno a mezzogiorno del 15 ottobre 2024, come rappresaglia per le presunte provocazioni del Sud con i droni.
Le riprese delle telecamere a circuito chiuso della Corea del Nord che fanno saltare in aria parte della strada della Gyeongui Line (L), che collega la città di Paju, al confine occidentale del Sud, con il Nord, e parte della strada della Donghae Line lungo la costa orientale, intorno a mezzogiorno del 15 ottobre 2024, come rappresaglia per le presunte provocazioni del Sud con i droni.
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Kim Jong-un ha fatto saltare in aria parti dei collegamenti via terra intercoreani sul suo lato di confine, mandando in frantumi ciò che restava dei periodi di riavvicinamento tra le due Coree, incluso un vertice del 2018 tra i rispettivi leader in cui dichiararono che non ci sarebbe stata più guerra grazie all'apertura di una nuova era di pace.

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Keystone-SDA, Keystone-SDA

«Le forze del Nord hanno attivato intorno a mezzogiorno le detonazioni per bloccare» i collegamenti di strade e ferrovie a Gyeongui e Donghae, hanno annunciato i capi di Stato maggiore congiunti di Seul. L'esercito sudcoreano, con una mossa ad alta tensione, ha risposto sparando colpi di avvertimento a sud della linea di demarcazione militare.

Più tardi, l'emittente pubblica sudcoreana Kbs ha riferito, citando un funzionario governativo, che Kim ha visitato il sito per ispezionare di persona i preparativi.

È arrivato a bordo di una Lexus, marchio di lusso di Toyota, formalmente al bando nello Stato eremita per le sanzioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu decise in risposta ai suoi test nucleari e di missili balistici.

Preso atto del legittimo disappunto di Seul per aver visto polverizzare i lavori costati ai suoi contribuenti 132 milioni di dollari, secondo le stime dell'agenzia Yonhap, è necessario riavvolgere il nastro per capire le ragioni di un'impennata della crisi che ha spinto la Cina a mettere in guardia da «un'ulteriore esclation».

Crescente guerra di parole tra le Coree

Dalla scorsa settimana c'è stata una crescente guerra di parole tra le Coree dopo che il Nord ha accusato Seul di aver inviato droni sulla capitale Pyongyang e lanciato un «numero enorme» di volantini anti-Kim, parte di «una provocazione politica e militare che potrebbe portare a un conflitto armato».

Si tratta del cuore della propaganda degli attivisti, in gran parte nordcoreani rifugiatisi al Sud, che punta a denunciare opulenza e lusso di leadership e famiglia Kim soprattutto quando la popolazione è costretta a tirare la cinghia per la crisi economica cronica ed è piegata dalla fame. Il leader, ad esempio, è ritratto con al polso un orologio, rigorosamente svizzero: un IWC Schaffhausen da 13'400 dollari.

Ancora più beffarda è poi la conversione dei beni di lusso incriminati in chili di riso e grano equivalenti, in base ai magri salari nordcoreani.

Insomma, un duro colpo potenziale alla fede assoluta richiesta nei confronti del giovane maresciallo che ha spinto la potente sorella Kim Yo-jong, in base a presunte «prove evidenti» sul coinvolgimento dei militari sudcoreani nella vicenda, a dire che Seul «pagherà a caro prezzo le incursioni» e «pesantissimi conseguenze» in caso di nuovi invii.

Convinzione di nuove provocazioni in arrivo

La Corea del Sud ha rifiutato di confermare se i droni siano stati o meno inviati dai suoi militari o da organizzazioni civili. Mentre Kim Jong-un, per tutta risposta, ha convocato ieri un inedito vertice sulla sicurezza nazionale per esaminare e dirigere un piano di «azione militare immediata» nella disputa sui droni.

Tutto lascia pensare quindi che il caso sia ben lontano dalla conclusione: tra gli analisti militari si è diffusa la convinzione di nuove provocazioni in arrivo, anche per testare la postura degli Usa, chiamati a difendere l'alleato sudcoreano in caso di attacco. Il leader comunista si sente forte, spalleggiato dalla Russia di Vladimir Putin.

Lo Zar ha mandato lunedì alla Duma per la ratifica, secondo diversi media, il Trattato sulla partnership strategica globale firmato a giugno dai due leader. Stabilisce che Russia e Corea del Nord si debbano sostenere a vicenda qualora uno dei due partner subisse un attacco esterno, anche con l'invio di militari.

E Putin ha bisogno di uomini e armi per la sua guerra contro l'Ucraina.