Guerra in Ucraina Guerra in Ucraina, l'offensiva russa continua, ma i progressi rallentano

SDA

24.3.2022 - 22:11

Un uomo cammina tra le macerie a Kharkiv. A detta del suo governatore, la seconda città del paese, vicino al confine russo, ha subito 44 raid in 24 ore.
Un uomo cammina tra le macerie a Kharkiv. A detta del suo governatore, la seconda città del paese, vicino al confine russo, ha subito 44 raid in 24 ore.
Keystone

Nuovi raid con bombe al fosforo, missili e attacchi di terra da Kharkiv a Mariupol, spari sui civili in fila per gli aiuti umanitari. Tra ripetute accuse di crimini contro l'umanità, l'offensiva russa in Ucraina continua senza sosta.

Keystone-SDA

Ma dopo un mese di martellamento militare, con oltre 1'800 raid, i progressi sul terreno appaiono sempre più lenti. Se Mosca insiste nel ripetere che «l'operazione militare speciale sta andando avanti secondo i piani», gli ucraini evidenziano ora un cambio di strategia.

Una «fase di guerra di logoramento», l'ha definita Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky. Una nuova impostazione che, per Kiev, è il risultato dell'effetto combinato prodotto dalle ingenti perdite sul campo – 15'600 i soldati di Mosca rimasti uccisi, secondo l'ultimo bilancio ucraino – e delle difficoltà a prendere il controllo dei centri strategici.

Rinforzi militari in arrivo?

Per questo sarebbero in arrivo rinforzi militari in Bielorussia e Crimea, concentrando le forze per tentare di circondare la capitale e occupare interamente le regioni di Donetsk e Lugansk, nel Donbass.

L'obiettivo, secondo lo Stato maggiore di Kiev, sarebbe quello di esaurire l'offensiva entro il 9 maggio, la giornata in cui la Russia commemora la vittoria sulla Germania nazista con una grande parata militare sulla Piazza Rossa.

L'Ucraina resiste

Giorno dopo giorno, la resistenza ucraina mette a segno nuovi colpi. Come il raid missilistico che nella notte ha distrutto una delle più grandi navi d'assalto anfibie della flotta russa, la Orsk, ormeggiata nel porto occupato di Berdyansk, sul mar d'Azov. Un bombardamento che ha interrotto importanti rifornimenti militari per l'assedio di Mariupol, colpendo anche altre due navi nemiche.

I combattimenti proseguono feroci da est a sud, fino ai dintorni di Kiev. L'uso di armi al fosforo è stato denunciato stavolta nella regione di Lugansk, con almeno quattro morti.

A Kharkiv, secondo centro del paese vicino al confine russo, sei civili sono rimasti uccisi e 15 feriti mentre erano in attesa di ricevere aiuti nella città martoriata, dove i beni di prima necessità scarseggiano, come del resto acqua, gas ed elettricità. La città è stata attaccata con missili da crociera Kalibr lanciati dal mar Nero, per un totale di 44 raid in 24 ore, anche con lanciarazzi.

È battaglia anche a Izyum, a metà strada tra Kharkiv e il Donbass, di cui le forze di Mosca avevano inizialmente rivendicato la conquista. Mentre a Irpin, alla periferia nord-ovest di Kiev, la controffensiva ucraina rivendica di aver ripreso l'80% del territorio.

Una nazione tesa

In un paese sempre più disseminato di armi, si rischia di morire anche lontano dagli scontri. Come nel villaggio di Obilne, vicino a Zaporizhzhia, dove tre ragazzini di 15, 13 e 12 anni sono rimasti gravemente feriti dall'esplosione di una mina che credevano un giocattolo. Secondo il bilancio dell'Onu, in un mese di guerra è stata superata la soglia di mille civili uccisi.

È invece rientrato l'allarme per il nuovo incendio nell'area della centrale nucleare di Chernobyl, l'ultimo degli oltre trenta roghi segnalati nelle ultime due settimane.

Intanto, è arrivato il primo vero scambio di prigionieri di guerra ordinato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, 10 per parte, oltre a 11 marinai civili salvati dopo l'affondamento di una nave russa vicino a Odessa che sono stati liberati al posto di 19 omologhi ucraini della nave di soccorso Sapphire.

Proseguono i negoziati

In questo quadro, i negoziati proseguono in videoconferenza, cercando di sciogliere i nodi della «neutralità» e delle «garanzia di sicurezza» richieste dall'Ucraina, che Kiev sta negoziando con Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Francia e Turchia, il cui impegno dovrebbe prevedere l'invio delle armi necessarie alla difesa entro 24 ore da eventuali aggressioni.

Se queste trattative online dovessero dare frutti, ha suggerito il capo dello staff di Zelensky, Andriy Yermak, un nuovo incontro in presenza tra le parti potrebbe tenersi a Gerusalemme.