Guerra in UcrainaLa Cpi emette un mandato di arresto contro Putin
ATS / sam
17.3.2023 - 16:26
La Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia, nei Paesi Bassi, ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin in relazione alla guerra in Ucraina. «Una decisione storica» per Zelensky, mentre per la portavoce del Ministero degli Esteri russo sono «decisioni senza significato».
ATS / sam
17.03.2023, 16:26
17.03.2023, 22:31
ATS / sam
Putin sarebbe «responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle zone occupate dell'Ucraina alla Russia», si legge nel comunicato della stessa Corte.
Oltre a Vladimir Putin, un altro mandato di arresto è stato spiccato nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino. I reati sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022.
«Vi sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini, per averli commessi direttamente, insieme ad altri e/o per interposta persona, e per il suo mancato controllo sui subordinati civili e militari che hanno commesso quegli atti», prosegue la nota.
Mandati emessi in febbraio, ma tenuti segreti
La Corte sottolinea che i mandati di cattura sono stati emessi dalla II Camera preliminare dopo le istanze di accusa presentate il 22 febbraio 2023, a un anno esatto dall'inizio dell'invasione russa in Ucraina, e di averli fin qui tenuti «segreti al fine di proteggere vittime e testimoni e anche per salvaguardare le indagini».
«Tuttavia - spiega la Corte -, consapevole che le condotte contestate nella fattispecie sarebbero ancora in corso, e che la conoscenza pubblica dei mandati può contribuire a prevenire l'ulteriore commissione di reati, la Camera ha ritenuto che sia nell'interesse della giustizia autorizzare la Cancelleria a rendere pubblica l'esistenza di questi mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali i mandati sono stati emessi e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera».
«Centinaia di bambini deportati dagli orfanotrofi»
In una presa di posizione, il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi) Karim Khan dichiara: «Gli incidenti identificati dal mio Ufficio includono la deportazione di almeno centinaia di bambini prelevati da orfanotrofi e case di accoglienza per bambini. Molti di questi bambini, secondo noi, sono stati dati in adozione nella Federazione Russa».
«La legge è stata modificata nella Federazione Russa, attraverso decreti presidenziali emanati dal Presidente Putin, per accelerare il conferimento della cittadinanza russa, rendendo più facile l'adozione da parte di famiglie russe. Il mio Ufficio sostiene che questi atti, tra gli altri, dimostrano l'intenzione di allontanare definitivamente questi bambini dal loro Paese. Al momento di queste deportazioni, i bambini ucraini erano persone protette dalla Quarta Convenzione di Ginevra», spiega Khan.
E aggiunge: «Nella nostra richiesta abbiamo anche sottolineato che la maggior parte degli atti di questo schema di deportazione sono stati effettuati nel contesto degli atti di aggressione commessi dalle forze militari russe contro la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, iniziati nel 2014».
«L'esecuzione dell'arresto dipende da collaborazione internazionale»
In una dichiarazione video, il presidente della Cpi, giudice Piotr Hofmański, ha fatto sapere che «i giudici della Corte penale internazionale hanno esaminato i documenti e le prove raccolte dal procuratore e hanno stabilito che c'erano accuse credibili contro queste due persone», Vladimir Putin e Maria Alekseyevna Lvova-Belova.
E aggiunto: «La Cpi sta facendo la sua parte di lavoro, i giudici hanno emesso i mandati d'arresto. La loro esecuzione dipende dalla collaborazione internazionale».
«Una decisione storica»
«La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per Putin. Una decisione storica, da cui partirà la responsabilità storica». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo discorso serale riportato su Telegram.
«Sarebbe impossibile portare a termine un'operazione così criminale senza l'ordine del massimo leader dello Stato terrorista», ha detto, aggiungendo che deportare bambini in Russia è una «malvagia politica» statale russa «che inizia proprio con il primo funzionario di questo Stato».
Zelensky ha ringraziato la Cpi «per la volontà di consegnare davvero alla giustizia i colpevoli».
«Fanno a pezzi il nostro futuro»
«Una decisione storica»: sempre con queste parole il procuratore generale dell'Ucraina, Andrij Kostin, ha commentato su Twitter il mandato d'arresto emanato dalla Corte penale internazionale contro il presidente russo.
«Sono personalmente grato al procuratore della Cpi Karim Khan per questa storica decisione. Continuiamo la stretta collaborazione con la Cpi nei casi di deportazione forzata di bambini ucraini. Oltre 40 volumi di fascicoli, più di 1000 pagine di prove già condivise con la Corte», ha scritto su Twitter.
«In Ucraina sono indagati oltre 16.000 casi di deportazione forzata di bambini. Temiamo che i numeri reali possano essere più alti. La Russia sta letteralmente facendo a pezzi il nostro futuro. Faremo del nostro meglio per riportare i bambini a casa e ritenere responsabile ogni autore degli orrendi crimini», ha scritto il procuratore in altri tweet.
«Ora se Putin lascia la Russia verrebbe arrestato e consegnato alla Corte penale internazionale. I leader mondiali ci penseranno due volte prima di stringergli la mano o di sedersi con Putin al tavolo dei negoziati. È un altro chiaro segnale al mondo che il regime russo è criminale», ha sottolineato.
I am personally grateful to ICC Prosecutor @KarimKhanQC for this historic decision. We continue close cooperation with ICC in cases of forcible deportation of Ukrainian children. Over 40 volumes of case files, more than 1000 pages of evidence already shared with ICC. 3/4
Dal canto suo, il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak ha commentato così la notizia su Twitter: «Il mondo è cambiato. La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per lo stratega Putin. È un chiaro segnale per le élite russe di ciò che accadrà loro e perché non sarà come prima. È l'inizio della fine della Federazione russa nella sua forma attuale sulla scena mondiale. È una chiara procedura legale. Aspettate».
The world changed. The ICC issued an arrest warrant for "strategist" Putin. It's a clear signal to RU elites of what will happen to them & why it won’t be "as before". It's the beginning of RF’s end in its current form on the world stage. It's a clear legal procedure. Just wait.
Mosca: «Le decisioni della Cpi non hanno nessun significato»
«Le decisioni della Corte penale internazionale non hanno alcun significato per il nostro Paese, nemmeno dal punto di vista legale». Lo ha detto la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova dopo la notizia del mandato d'arresto contro il presidente Vladimir Putin.
La Russia, sottolinea Zakharova in una dichiarazione sul suo canale Telegram, «non è parte dello Statuto di Roma della Corte penale internazionale e non ha obblighi sulla base di questo». «La Russia non coopera con questo organismo e gli eventuali ordini d'arresto da parte della Cpi sono per noi privi di base legale», aggiunge.
Maria Alekseyevna Lvova-Belova, commissaria per i diritti dei bambini presso il Cremlino, commentando il mandato d'arresto della Cpi nei suoi confronti ha commentato: «Continuiamo a lavorare».
«È fantastico che la comunità internazionale abbia apprezzato il lavoro per aiutare i bambini del nostro Paese, che non li lasciamo nelle zone di guerra, che li portiamo fuori, creiamo per loro buone condizioni, che li circondiamo di persone affettuose e premurose. Ci sono state sanzioni da tutti i Paesi, anche dal Giappone, in relazione a me, ora un mandato d'arresto. Interessante, cosa succederà dopo? Bene, continuiamo a lavorare», sono state queste le parole di Lvova-Belova secondo la Tass.
L'UE: «Il mandato è solo l'inizio»
«Con il mandato di arresto contro Vladimir Putin ci troviamo di fronte a un'importante decisione di giustizia internazionale e per il popolo ucraino: abbiamo sempre detto nell'Unione Europea che gli autori dei crimini in Ucraina dovranno essere ritenuti responsabili: questo è solo l'inizio del processo». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell.
«L'Ue sostiene il lavoro della Corte Penale Internazionale, non può esserci impunità», ha aggiunto.