L'anniversarioLa commozione a 80 anni dal D-Day, Macron: «Oggi siamo tutti figli dello Sbarco in Normandia»
SDA
6.6.2024 - 21:34
Non c'erano tutti, ma quelli fra i 200 reduci che ce l'hanno fatta a sbarcare di nuovo in Normandia – 80 anni dopo – hanno lasciato il segno. Sguardi fieri, saluto con la mano al berretto come quando erano giovani, sorrisi che regalavano emozione.
06.06.2024, 21:34
SDA
«Oggi noi siamo tutti figli dello Sbarco», ha detto Emmanuel Macron visibilmente emozionato dopo aver ricordato le gesta del «commando Kieffer», i 177 uomini che per primi – la notte del 6 giugno 1944 – sbarcarono sulle spiagge della Normandia.
Fu l'inizio della fine per la Germania nazista, ma oggi la cerimonia di Omaha Beach – con Joe Biden, Olaf Scholz e tanti altri leader del mondo – ha accostato quei veterani agli ucraini.
L'applauso più lungo, una vera ovazione, nella struttura costruita per la cerimonia a Omaha Beach, è stata per lui, Volodymyr Zelensky. È entrato dopo aver abbracciato Macron, poi ha camminato visibilmente emozionato, con il maglioncino nero, fra quell'applauso che non finiva mai.
Il momento di sintesi perfetta di questa giornata, voluta da Macron per celebrare l'unità dell'Europa nel ricordo di 80 anni fa, ma nella prospettiva di sostenere Kiev, c'è stato quanto Zelensky si è avvicinato a stringere le mani dei reduci.
E uno di loro, emozionatissimo, gli si è rivolto con queste parole: «Prego per te, tu sei il salvatore della gente». Commosso, il presidente ucraino gli ha risposto, «no, tu sei il nostro eroe, tu hai salvato l'Europa».
«Dobbiamo essere degni di chi ha combattuto qui»
Poco più tardi, mentre le nuvole si aprivano e su Omaha Beach spuntava il sole, Macron ha reso più esplicito questo legame che si sta creando fra la liberazione dell'Europa e la difesa dell'Ucraina: «Davanti al ritorno della guerra nel nostro continente, di fronte a chi rimette in discussione tutto ciò per cui i veterani si sono battuti, a chi vorrebbe spostare le frontiere o riscrivere la Storia, dobbiamo essere degni di chi ha combattuto qui».
A Omaha Beach Vladimir Putin è stato in effetti il convitato di pietra. La Russia nel febbraio del 2022, iniziando l'invasione dell'Ucraina, ha «tradito il messaggio dello Sbarco», ha sottolineato Macron, mentre Biden ha lanciato un appello a «non abbandonare» Kiev «di fronte a dei dittatori».
Una cerimonia densa di emozioni
Ed è questo anche il senso profondo della dichiarazione congiunta dei leader dei 19 paesi che sono arrivati in Normandia: gli ideali, i valori e i principi per cui hanno combattuto chi liberò l'Europa 80 anni fa «sono nuovamente sotto attacco diretto nel continente europeo. Dinanzi ad una guerra di aggressione illegittima, i nostri Paesi riaffermano la loro adesione congiunta a questi valori fondamentali».
Tornando alle celebrazioni per il D-Day, nonostante le polemiche di chi in questi giorni ha accusato Macron di fare campagna elettorale a suon di celebrazioni, la cerimonia di Omaha Beach, seguita a quella di Biden al cimitero americano di Colleville-sur-Mer, è stata densa di emozioni.
C'è stata emozione quando Macron si è alzato per andare a decorare 3 veterani americani, ringraziandoli con un abbraccio che era però attento a non violare la sacralità di quei centenari che hanno fatto la Storia. I tre reduci, in sedia a rotelle, si sono alzati da soldati per ricevere la medaglia, con le loro facce rugose e gli occhi avvezzi a guardare lontano.
Poi, sono arrivate le parole di Macron sull'Ucraina, salutate dalla Marsigliese e dal rombo dei jet della Patrouille de France e dei Red Arrows della Royal Air Force britannica, che hanno sfrecciato insieme, uniti, sprigionando nel cielo i colori bianco rosso e blu dei due paesi.
«Quello che successe, non deve ripetersi mai più»
Macron si è voltato, spalle ai suoi omologhi capi di Stato, e ha guardato a lungo, in silenzio, quegli anziani ragazzi tornati per un'ultima volta sulla terra in cui furono eroi.
E ha reso un omaggio con la voce commossa a quelli, nel Commando Kieffer, che «sulle piattaforme che trasportavano le squadre britanniche, lasciarono, estrema eleganza, qualche metro di vantaggio» ai francesi che erano con loro, «perché fossero loro – estrema eleganza – a toccare per primi il suolo della loro patria».
Una scena che fu rivissuta da altri due invitati d'onore alle Cerimonie del D-Day – due personaggi «inevitabili» per aver dato vita a un'opera come «Salvate il soldato Ryan» – Steven Spielberg e Tom Hanks.
«Quello che successe, non deve ripetersi mai più – ha detto l'attore – se mettiamo insieme tutte queste storie individuali, che sono fonte di ispirazione, la lezione è che bisogna che questo non succeda mai più».