Guerra Mosca ammassa forze a Est, Kiev: «Presa Klishchiivka»

SDA

17.9.2023 - 21:00

Soldati ucraini trasportano un commilitone caduto, lungo la linea del fronte a pochi chilometri da Andriivka, regione di Donetsk.
Soldati ucraini trasportano un commilitone caduto, lungo la linea del fronte a pochi chilometri da Andriivka, regione di Donetsk.
Keystone

Bakhmut, Andriivka e adesso anche Klishchiyivka. Dopo giorni di affermazioni e smentite, l'Ucraina annuncia la riconquista di territori nel Donetsk e costringe Mosca a correre ai ripari sul fronte orientale.

17.9.2023 - 21:00

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Kiev annuncia la riconquista di territori nel Donetsk e costringe Mosca a correre ai ripari sul fronte orientale.
  • Kiev non si limita ad attaccare sui territori ucraini occupati dalle forze del Cremlino. 
  • La Crimea è sempre più spesso bersaglio dei raid ucraini.

Secondo Kiev, su quella direttrice sarebbero 52 mila i soldati schierati dal Cremlino, oltre a 274 carri armati, veicoli corazzati e razzi. Un vero e proprio esercito nell'esercito se si considera che in totale nel Donbass ci sarebbero circa 150 mila russi.

Anche sul fronte meridionale le cose non sembrano andare bene per la Russia. Dopo che Kiev ha superato le prime linee in direzione sud, i militari ucraini riportano che Mosca ha rinforzato i ranghi concentrando le forze sulla città di Tokmak e trasformandola, di fatto, «nella seconda linea di difesa principale».

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ringraziato orgoglioso i suoi soldati per i successi, che però, non devono spingere all'imprudenza. La controffensiva ucraina «sta guadagnando gradualmente terreno», ha sottolineato anche il segretario della Nato Jens Stoltenberg ammettendo che tutti speravano in un'operazione «più spedita», ma questo non deve far pensare che il conflitto possa essere breve: bisognerà «prepararsi a una lunga guerra», ha avvertito.

Attacchi anche in Russia

Kiev non si limita ad attaccare sui territori ucraini occupati dalle forze del Cremlino. Nella notte una pioggia di droni è stata lanciata sulla Russia e ha colpito un deposito petrolifero nella regione di Oryol, nel sud-ovest del Paese, provocando un enorme incendio visibile anche a molti chilometri di distanza. Un altro «Uav» è caduto sul territorio di un centro logistico nella regione di Tula, 193 chilometri a sud di Mosca.

Le forze russe hanno però dichiarato che la minaccia sulla capitale è stata intercettata dalla difesa area. Lo stesso sarebbe successo anche all'aeroporto di Shaykovka, nella regione di Kaluga, anche questo preso di mira da un drone, distrutto secondo quanto riferito dai russi da elicotteri Mi-28.

È la terza volta che lo scalo diventa bersaglio degli ucraini visto che in quella base viene ammassata una parte importante della flotta aerea del Cremlino: l'ultima volta era stata un mese fa. Un altro drone è infine stato abbattuto sopra la regione di Voronezh, mentre sei attacchi sono stati neutralizzati prima di colpire la Crimea.

Fuga dalla Crimea

La penisola annessa unilateralmente dalla Russia nel 2014 è sempre più spesso bersaglio dei raid ucraini. Dopo gli ultimi attacchi al porto di Sebastopoli, che hanno messo fuori uso una nave anfibio e un sottomarino, Mosca avrebbe deciso di disperdere la flotta navale rimanente e di spostare le imbarcazioni da guerra il più lontano possibile, avvicinandone molte a Novorossijsk, nella Russia continentale, e spostandone tre da sbarco nel Mar d'Azov, lontano dalle loro abituali basi sul Mar Nero.

Nelle regioni di Kherson, a sud, e di Sumy, nel nordest, le bombe del Cremlino hanno di nuovo fatto vittime tra i civili. Le truppe russe hanno attaccato nuovamente anche la regione di Odessa con missili e droni, dove sono stati danneggiati un deposito di grano e dei terreni agricoli, gli obiettivi principali di Mosca nell'area da quando, a metà luglio, il Cremlino ha deciso di uscire dall'accordo sul grano.

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