Guerra in UcrainaPutin: «Kiev ha fallito l'obiettivo principale nel Kursk». E vola in Mongolia
SDA
3.9.2024 - 04:00
Kiev ha «fallito» l'obiettivo principale della sua offensiva nella regione di Kursk, cioè costringere Mosca a ritirare le sue forze dal Donbass.
Keystone-SDA
03.09.2024, 04:00
03.09.2024, 08:31
SDA
Se n'è detto convinto Vladimir Putin, affermando che al contrario le sue truppe avanzano ormai nell'est dell'Ucraina ad «un ritmo che non si registrava da molto tempo», guadagnando terreno «non in termini di 200-300 metri, ma di chilometri quadrati».
A tempo debito comunque la Russia «si occuperà dei banditi ucraini» che hanno invaso il suo territorio cercando di «creare instabilità nelle regioni di confine», ha avvertito il presidente parlando, in occasione dell'apertura dell'anno scolastico, agli studenti di un istituto di Kyzyk, nella Siberia meridionale, vicino alla frontiera con la Mongolia.
La Mongolia non arresterà Putin
E proprio a Ulan Bator Putin è sbarcato qualche ora dopo, per la sua prima visita in un Paese aderente alla Corte penale internazionale (Cpi), l'organismo che ha emesso nei suoi confronti un mandato di arresto con l'accusa di deportazione di bambini ucraini.
La Mongolia dunque, in teoria, sarebbe tenuta ad arrestare il capo del Cremlino. Ipotesi che Mosca non ha nemmeno preso in considerazione, visti i rapporti strettissimi che legano tradizionalmente i due Stati.
La Russia «non ha problemi con la Mongolia in merito alle decisioni della Cpi», ha assicurato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, dopo aver fatto sapere qualche giorno fa che «naturalmente tutti gli aspetti della visita sono stati preparati in modo esauriente».
UE preoccupata per la visita di Putin in Mongolia
Una portavoce dell'Ue ha detto che l'Unione ha espresso chiaramente a Ulan Bator le «preoccupazioni» dei Paesi europei per la visita di Putin, ricordando alla Mongolia gli «obblighi legali» che le deriverebbero dall'essere uno dei firmatari dello Statuto di Roma, documento costitutivo della Cpi. Cioè, se non proprio arrestare Putin, come invoca Kiev, almeno non riceverlo in pompa magna.
Un anno fa il Sudafrica, anch'esso Paese firmatario (a differenza di Russia, Cina e Usa), chiese espressamente al presidente Putin di rinunciare a recarsi a Johannesburg per il vertice dei Paesi Brics, al quale accettò di partecipare in videoconferenza. Ma i rapporti tra Mosca e Ulan Bator sono altra cosa.
Paese satellite di Mosca durante l'Unione Sovietica, la Mongolia ha mantenuto anche successivamente rapporti fraterni con l'ingombrante vicino, dal quale dipende per le sue forniture energetiche.
Attraverso il territorio mongolo dovrebbe passare anche il gasdotto Power of Siberia 2, un megaprogetto che ha lo scopo di convogliare gas russo verso la Cina. E il presidente Ukhnaagiin Khurelsukh, che oggi, martedì, riceve Putin, ha già avuto per lui parole di elogio.
I russi rivendicano la conquista di un altro villaggio nel Donetsk
Sui campi di battaglia ucraini, intanto, i russi hanno rivendicato la conquista di un altro villaggio nel Donetsk, quello di Skuchnoe, in direzione della cittadina di Pokrovsk. Ma continuano anche i bombardamenti russi su Kiev e altre regioni. Il ministero della Difesa russo ha affermato che nella notte tra domenica e lunedì sono stati colpiti «impianti energetici e complessi militari-industriali».
Ma fonti ucraine denunciano attacchi su strutture civili che nulla hanno a che fare con lo sforzo bellico. In particolare il sindaco di Sumy, Olesandr Lysenko, ha detto che sono stati bombardati la sera di domenica anche un centro di sostegno sociale e psicologico per bambini e un orfanotrofio, dove si contano 13 feriti, di cui quattro minorenni.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato di altri tre feriti quando i russi hanno lanciato una trentina di missili verso la capitale e altre due regioni, di cui 22 sono stati abbattuti. Nonostante questo, le scuole hanno riaperto oggi anche in Ucraina, con quella che lo stesso Zelensky ha definito «una testimonianza della resilienza del nostro popolo e della forza» del Paese.
Intanto in Russia la Protezione civile ha fatto sapere che a distanza di due settimane è stato finalmente domato un incendio in un deposito di petrolio provocato da un attacco di droni ucraini il 18 agosto a Proletarsk, nella regione di confine di Rostov sul Don.