Ucraina Raid su Odessa, colpito anche il museo delle Belle Arti

SDA

6.11.2023 - 20:11

Il museo delle Belle Arti di Odessa dopo l'attacco notturno.
Il museo delle Belle Arti di Odessa dopo l'attacco notturno.
Keystone

Un nuovo oltraggio: così Kiev ha bollato il bombardamento russo su Odessa, dove a farne le spese oltre ai civili è stato il museo delle Belle Arti, patrimonio Unesco come tutto il centro storico della città portuale che si affaccia sul Mar Nero.

Keystone-SDA

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Un raid russo a Odessa ha danneggiato vari edifici, tra cui il museo delle Belle Arti, patrimonio dell'Unesco.
  • Solo un miracolo ha salvato i tesori del museo.
  • Nuovi violenti bombardamenti hanno scosso nella notte anche Kherson, alle porte della Crimea.

Nell'attacco notturno con quattro missili e droni, condannato fermamente proprio dall'Unesco, sono stati gravemente danneggiati anche 20 edifici, mentre il bilancio è di 8 feriti. Solo un miracolo ha salvato i tesori del museo: le immagini mostrano crepe nei muri e finestre frantumate dalle esplosioni.

«Avremmo potuto perdere molti dei nostri pezzi, reperti molto famosi in tutto il mondo. Fortunatamente, questo non è accaduto», ha detto il sindaco della città ucraina, Hennadiy Trukhanov.

La gran parte della collezione del resto, ha precisato il governatore della regione di Odessa, Oleh Kiper, è stata portata in luoghi sicuri dall'inizio delle ostilità. E le opere presenti, ha proseguito, «non sono state danneggiate».

Bombardamenti a Kherson

Nuovi violenti bombardamenti hanno scosso nella notte anche Kherson, alle porte della Crimea.

Anche in questo caso si è parlato di miracolo perché un edificio di 5 piani è stato semidistrutto: per fortuna non si registrano vittime. Qui sono stati abbattuti 5 droni kamikaze di fabbricazione iraniana Shahed.

Kiev produce droni

E proprio i droni, che in Ucraina hanno segnato l'inizio di una nuova era militare per il loro massiccio utilizzo, sono al centro dell'attività di produzione di Kiev.

Velivoli simili agli Shahed ma con un raggio d'azione di oltre 1.000 chilometri «sono prodotti in serie» dal conglomerato di difesa statale ucraino Ukroboronprom.

«La cosa più importante è che volano ed esplodono, e la Difesa li ha ordinati», ha detto sarcastico il direttore generale, Herman Smetanin, rifiutandosi di confermare altri dettagli per «ragioni di sicurezza».

Verso il «peggiore inverno di sempre»

E mentre il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ammonisce che il popolo ucraino deve prepararsi al «peggior inverno di sempre», tiene banco la vicenda dei 19 soldati rimasti uccisi venerdì scorso da un raid russo durante una cerimonia per assegnare dei riconoscimenti.

Una strage che «poteva essere evitata», ha detto il presidente Volodymyr Zelensky annunciando l'apertura di un'inchiesta.

Sui social russi si butta benzina sul fuoco: «Dopo essere stati colpiti in modo simile, abbiamo smesso di metterci in fila e iniziato a guardare il cielo», recita un blog filo Mosca.

Tecniche vecchie e nuove della guerra a cui si stanno addestrando diversi mercenari della Wagner che hanno scelto come professori quelli delle forze speciali Akhmat, fiore all'occhiello del leader ceceno Ramzan Kadyrov. Segno che la ferocia non si finisce mai di impararla.