Afghanistan Razzi dell'Isis su Kabul, famiglia sterminata nel raid statunitense

SDA

30.8.2021 - 21:20

Alla vigilia del ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, piovono razzi dell'Isis sull'aeroporto di Kabul mentre il Pentagono continua a lanciare allarmi su minacce "reali" e "specifiche" di nuovi attacchi terroristici.
Alla vigilia del ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, piovono razzi dell'Isis sull'aeroporto di Kabul mentre il Pentagono continua a lanciare allarmi su minacce "reali" e "specifiche" di nuovi attacchi terroristici.
Keystone

Alla vigilia del ritiro delle truppe americane dall'Afghanistan, piovono razzi dell'Isis sull'aeroporto di Kabul mentre il Pentagono continua a lanciare allarmi su minacce «reali» e «specifiche» di nuovi attacchi terroristici.

I jihadisti dello Stato Islamico hanno rivendicato il lancio di «sei razzi Katyusha» che volevano fare un'altra strage dopo l'attentato kamikaze che il 26 agosto ha ucciso oltre 170 persone di fronte ai cancelli dello scalo.

Gli Stati Uniti hanno confermato l'attacco, non andato a segno: il Pentagono ha parlato di cinque razzi, di cui tre caduti fuori dall'aeroporto, uno neutralizzato dal sistema antimissili americano e un altro precipitato dentro il perimetro dello scalo, ma senza causare danni.

Dieci civili uccisi

Intanto le testimonianze di vicini e parenti hanno svelato che il raid americano che domenica ha colpito un'auto di kamikaze pronti ad attaccare l'aeroporto ha lasciato dietro di sé una scia di sangue di 10 civili uccisi, tra cui sette bambini. Erano tutti membri della stessa famiglia, stavano uscendo da una vettura nel vialetto della loro casa quando il drone ha colpito il bersaglio, ha raccontato al Washington Post Abdul Matin Azizi, un vicino che ha assistito al raid.

La CNN ha riportato la testimonianza del fratello di una delle vittime, che ieri aveva riferito di nove morti, di cui sei bambini: Zamaray (40 anni) Naseer (30), Zameer (20), Faisal (10), Farzad (9), Armin (4), Benyamin (3), Ayat e Sumaya (2 anni). Oggi, i resti di Malika, un'altra bambina di due anni, sono stati identificati dai membri della famiglia come la decima vittima nell'attacco.

Secondo quanto riferito su Twitter da Muslim Shirzad, giornalista ex presentatore di Tolo News, Naseer era un ufficiale dell'esercito afghano e per sei anni è stato interprete per le forze straniere. Doveva sposarsi il 30 agosto, e tutti i membri della sua famiglia stavano aspettando di partire per gli Stati Uniti.

La Casa Bianca non si sbilancia

Il Pentagono, senza entrare nei dettagli, si è detto «a conoscenza» delle notizie di civili morti nel raid. «Non siamo nella posizione di poter smentire», ha detto il portavoce John Kirby, aggiungendo che gli Usa stanno continuando «a raccogliere informazioni e a valutare».

La Casa Bianca non si sbilancia, riferendo che c'è un'"inchiesta in corso». La portavoce Jen Psaki ha citato la nota in cui il Pentagono ricorda che l'esplosivo in mano agli attentatori potrebbe aver innescato altre conseguenze nelle vicinanze e ha assicurato che gli Usa prendono tutte le misure possibili per evitare l'uccisione di civili durante i loro raid dal cielo.

Le notizie della famiglia sterminata nel raid hanno scatenato l'indignazione dell'opinione pubblica, che va ad aggiungersi alla bufera che da settimane investe Washington per la gestione del ritiro delle truppe dall'Afghanistan.

Il pericolo era reale ma si lasciò l'Abbey Gate aperto

Una polemica alimentata in queste ore anche da una ricostruzione di Politico che, basandosi su tre conference call classificate, ha riferito che il 26 agosto il Pentagono era a conoscenza di un imminente «evento con vittime di massa» all'aeroporto di Kabul. Tanto che i comandanti sul campo proposero un piano per chiudere anche l'Abbey Gate entro il pomeriggio.

Ma gli americani decisero di mantenere aperto l'ingresso per consentire ai britannici di continuare le evacuazioni. E alle 18 locali un kamikaze si è fatto esplodere proprio a quel gate, uccidendo anche 13 marines.

Questione di poche ore ancora

Nonostante le critiche e la tensione alle stelle, il ritiro definitivo da Kabul è stato confermato ed è ormai questione di ore.

Il Pentagono ha sottolineato che «c'è ancora una minaccia attiva» di attentati nella capitale ma il presidente Joe Biden è stato informato che le operazioni continuano ininterrotte all'aeroporto e le evacuazioni si vanno quasi esaurendo: 1200 persone sono state portate fuori dal Paese nelle ultime 24 ore rispetto al massimo di 21'000 in una giornata, raggiunto la settimana scorsa. Il totale degli evacuati è salito così a 116'700 dal 14 agosto.

Ma molti sono rimasti indietro, e le preoccupazioni delle Nazioni Unite si rivolgono al futuro. Perché «una crisi più ampia è appena iniziata» per i 39 milioni di abitanti del Paese, ha avvertito Filippo Grandi, Alto Commissario dell'Onu per i rifugiati. L'appello è al sostegno della popolazione, in ginocchio dopo due settimane dal ritorno dell'Emirato islamico.

SDA