Guerra Prighozin: «Bakhmut è circondata», ucraini verso il ritiro?

SDA

3.3.2023 - 21:26

Dopo mesi di combattimenti finiti in un bagno di sangue sia per gli ucraini che per i russi, Evgeny Prigozhin, il fondatore della Compagnia militare privata Wagner,  lancia l'ultimatum al presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Bakhmut è circondata, è il momento di sfollare bambini e anziani». Perché secondo i mercenari russi sarebbe ormai imminente la capitolazione della città simbolo nel Donetsk.

Il fondatore di Wagner, Yevgeny Prigozhin, appare in un discorso video per chiedere al presidente ucraino Zelensky di far lasciare la città di Bakhmut a bambini e anziani. La città starebbe infatti per soccombere agli attacchi russi.
Il fondatore di Wagner, Yevgeny Prigozhin, appare in un discorso video per chiedere al presidente ucraino Zelensky di far lasciare la città di Bakhmut a bambini e anziani. La città starebbe infatti per soccombere agli attacchi russi.
IMAGO/ITAR-TASS/ Sipa USA

Kiev prova a resistere parlando di «intensi combattimenti dentro e intorno» all'insediamento dove le forze russe «hanno inviato le unità più addestrate dei Wagner e altre unità regolari dell'esercito russo» e smentendo il video con il quale Prighozin rivendicava i suoi combattenti «praticamente nel centro città».

Ma i segnali sembrano chiari: le forze ucraine avrebbero già fatto saltare in aria un ponte ferroviario in città, segno che si starebbero preparando al ritiro.

Una vittoria russa solo simbolica

L'occupazione di Bakhmut rappresenterebbe un successo a lungo ricercato da Mosca, anche se secondo gli esperti porterebbe un valore strategico limitato.

Di certo, sarebbe un'iniezione di fiducia per le truppe del presidente russo Vladimir Putin sfiancate dalla guerra, come dimostrano anche i quasi 10'000 soldati russi che secondo le autorità ucraine si sono arresi volontariamente tramite il progetto Voglio vivere, linea telefonica lanciata a settembre per consentire agli occupanti di consegnarsi.

Kiev teme il peggio anche a Kupiansk, importante snodo nella regione di Kharkiv, dove le autorità ucraine hanno ordinato a famiglie e persone «con mobilità ridotta» di lasciare la città a causa dei «costanti» bombardamenti russi.

Azioni di sabotaggio in Russia

Intanto la guerra è sempre più presente anche in territorio russo, con Mosca che tira in ballo ancora una volta l'Occidente all'indomani dell'attacco nella regione frontaliera di Bryansk: «Gli assassinii sono stati commessi con armi della Nato», quindi c'è da chiedersi se i paesi dell'Alleanza siano «complici in questi crimini e sponsor del terrorismo», è l'attacco del Ministero degli esteri russo.

Putin ha discusso di «misure per la protezione anti terrorismo» in una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, mentre il Cremlino ha annunciato che «prenderà misure» per prevenire nuove incursioni ucraine sul suo territorio. Anche se al momento non è stata presa alcuna decisione sull'introduzione della legge marziale.

Kiev: «Non siamo coinvolti negli attacchi su suolo russo»

Kiev continua a sostenere di non avere alcuna responsabilità negli ultimi attacchi in Russia: «Sono conseguenze dirette della perdita di controllo interno al Paese», ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak.

Una versione respinta da Mosca, che accusa invece USA e Nato di continuare nei loro «piani geopolitici di annientare la Russia» non solo fornendo armi, ma «aiutando Kiev ad individuare gli obiettivi da bombardare».

Con Washington che starebbe incoraggiando Kiev anche a «pianificare la conquista militare della Crimea», ha affermato il Ministero degli esteri russo.

Lavrov: «G20 interessato solo all'Ucraina»

Con il terreno sempre più infuocato, parlare di dialogo è diventato quasi impossibile. Dopo il mancato accordo sulla dichiarazione finale del G20, l'alto rappresentante dell'Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell prova a guardare il lato positivo parlando di «passo avanti» a New Delhi (India), perché il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov non se ne è andato come fece a Bali, ma «è rimasto e ha ascoltato gli altri».

Ma all'indomani del summit, è stato lo stesso Lavrov a tornare sui mantra di Mosca, parlando di un G20 interessato solo all'Ucraina – «è una vergogna» – e di una Russia impegnata a terminare una guerra «iniziata dall'Occidente contro di noi», provocando le risate dei presenti alla conferenza Raisina Dialogue.

Nuovi aiuti all'Ucraina

Con la soluzione diplomatica al palo, continua la corsa alle armi. Gli Usa hanno annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari a Kiev da 400 milioni di dollari (372,6 milioni di franchi) composto principalmente da munizioni, proprio mentre Zelensky è tornato a sottolineare come «l'artiglieria è la nostra necessità numero uno. Questo è ciò di cui abbiamo bisogno: munizioni, proiettili a lungo raggio per fermare la Russia».

Secondo fonti dell'Ue al quotidiano economico-finanziario britannico Financial Times, l'Ucraina riceverà munizioni entro poche settimane, dopo che Bruxelles ha proposto di rimborsare i paesi che forniranno i proiettili dalle loro scorte.

Ma l'Ucraina – ha ribadito Zelensky – ha bisogno anche di aerei militari. Su questo nodo, c'è ottimismo: «Sono sicuro che avremo da due a tre tipi di jet da combattimento», ha dichiarato il ministro della difesa Oleksiy Reznikov in un'intervista al tabloid tedesco Bild, esprimendo fiducia che «questa guerra finirà con la nostra vittoria quest'anno».