Guerra Ucraina: Mosca, le prime unità di riservisti schierate alla frontiera

SDA

21.9.2022 - 14:25

Dopo il discorso televisivo diffuso questo mercoledì mattina in cui il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato la mobilitazione parziale, si precisano i contorni della manovra. Intanto il Mondo occidentale critica la decisone del leader del Cremlino.

Secondo il ministro della difesa Mosca richiamerà solo poco più dell'1% della risorsa totale di mobilitazione. Nella foto una parata militare a Mosca nel 2019.
Secondo il ministro della difesa Mosca richiamerà solo poco più dell'1% della risorsa totale di mobilitazione. Nella foto una parata militare a Mosca nel 2019.
Keystone/AP Pool

Il presidente della Commissione difesa della Duma, la Camera bassa del parlamento russo, Andrei Kartapolov,  ha fornito qualche dettaglio in più sulle misure adottate con la mobilitazione parziale annunciata in vigore da oggi, mercoledì.

Con i riservisti mobilitati in Russia saranno innanzitutto formate nuove unità che avranno il compito di «difendere i confini» con l'Ucraina e creare nel territorio russo vicino alla frontiera «una profondità tattica» a sostegno delle forze impegnate nelle operazioni in Ucraina. 

Kartapolov ha precisato che i primi ad essere mobilitati saranno soldati e sottufficiali fino a 35 anni di età e ufficiali inferiori fino ai 45.

Secondo le cifre fornite dai russi, Mosca potrebbe attingere a un serbatoio di riservisti formato in totale da 300.000 soldati.

Peskov: «Putin non ha parlato con leader stranieri»

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dal canto suo ha fatto sapere che nessuna decisione è stata presa in merito a un possibile cambiamento dello status dell'operazione militare speciale in Ucraina, per trasformarla ufficialmente in guerra, né sull'imposizione della legge marziale.

Peskov ha poi sottolineato che Putin non ha avuto alcuna conversazione telefonica con leader stranieri prima di rivolgere il suo discorso alla nazione nel quale ha annunciato al mobilitazione.

Navalny: «Non chiameranno gente da Mosca»

Alexey Navalny, il principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, dal carcere, ha commentato, citato da Mediazona, la mobilitazione parziale ordinata da Putin.

«Ora alcuni lavoratori di Kovrov (città a 250 km da Mosca), trentenni, saranno chiamati a morire da qualche parte vicino a Kherson. È un'enorme tragedia».

«Penso che non chiameranno da Mosca. Chiama 50'000 persone da Mosca e domani 150'000 parenti protesteranno per strada», ha affermato ancora Navalny, in collegamento video con il tribunale di Kovrov per una causa contro l'amministrazione del carcere nel quale è detenuto a regime duro, che lui accusa di violare i suoi diritti.

L'UE: «Segnale chiaro di disperazione»

Il portavoce del Servizio di azione esterna dell'Ue Peter Stano commentando, nel briefing quotidiano a Bruxelles, il discorso del presidente russo s'è così espresso: «È una prova ulteriore che Putin non è interessato alla pace ma ad una escalation».

«I suoi annunci sono anche un chiaro segnale che lui è interessato solo a continuare questa guerra distruttiva, è un segnale chiaro di disperazione» ed è qualcosa «che avrà conseguenze negative anche sulla popolazione russa» ha aggiunto.

«Lui non ha deciso di attaccare solo l'Ucraina ma l'intera comunità internazionale», ha concluso.

Secondo la Spagna sarà un inverno difficile

L'annuncio di Vladimir Putin costituisce una «notizia drammatica, che conferma che questa è una guerra lunga e crudele, enormemente ingiusta e dura» sia per gli ucraini sia per i «cittadini russi forzati alla chiamata alle armi».

Si è espressa così la vicepremier spagnola Teresa Ribera, raggiunta dai microfoni della Cadena Ser e di altri media iberici. «Fa presagire un inverno complicato», ha aggiunto Ribera.

Il ministro della difesa lituano Arvydas Anušauskas ha scritto su Twitter: «Poiché la mobilitazione militare della Russia avverrà anche vicino ai nostri confini (regione di Kaliningrad), la Forza di reazione rapida della Lituania è stata messa in stato di massima allerta per prevenire qualsiasi provocazione da parte della Russia».

Lettonia: niente visti a russi in fuga per la mobilitazione

«La Lettonia non offrirà rifugio ai russi in fuga dalla mobilitazione delle truppe di Mosca». Lo scrive su Twitter il ministro degli esteri lettone Edgars Rinkevics.

«Per motivi di sicurezza, la Lettonia non rilascerà visti umanitari o di altro tipo ai cittadini russi che si sottraggono alla mobilitazione, né modificherà le restrizioni al passaggio di frontiera imposte ai cittadini russi con visto Schengen dal 19 settembre», scrive il ministro.

«La Lettonia – ha aggiunto – si consulterà con gli alleati e i partner per un'azione congiunta nel contesto della mobilitazione lanciata dalla Russia. Si dovrebbe discutere di un ulteriore sostegno all'Ucraina e di possibili misure di sicurezza aggiuntive nella regione».

«Non dobbiamo cedere al ricatto di Mosca e sostenere l'Ucraina il più possibile. La Russia è pericolosa per l'Europa e la pace del mondo oggi come lo era la Germania nazista nel secolo scorso #StandWithUkraine», twitta il ministro.