Giustizia Aggressione alla Manor, espiazione anticipata della pena
La sedicente jihadista che nel 2020 ferì due donne alla Manor di Lugano andrà a processo in detenzione. Lo riferisce la RSI.
La falsa jihadista che lo scorso anno aggredì due donne alla Manor di Lugano, rivendicando poi la matrice terroristica del gesto, ha iniziato a espiare anticipatamente la pena. La giovane andrà dunque a processo in detenzione, con un regime carcerario identico a quello dei detenuti già condannati.
La ragazza il 24 novembre 2020 salì al quinto piano del grande magazzino, prese un coltello dagli scaffali e si scagliò su una cliente, colpendola al collo. La commessa intervenne, rimanendo leggermente ferita.
Dubbi sul movente terrorista
Agli inquirenti la 28enne di Vezia, nota alla polizia federale per le sue simpatie jihadiste, ha sempre parlato di un atto terroristico premeditato. Ma sul movente non mancano i dubbi, da ricondurre ai disturbi di cui è affetta da tempo.
Al di là delle dichiarazioni rese a verbale, il perito psichiatrico ha individuato altri fattori che avrebbero influito sul comportamento della giovane. Ha ravvisato, a suo favore, una scemata imputabilità di grado medio. Alto il rischio di recidiva.
Inchiesta quasi chiusa
L’inchiesta, coordinata dalla procuratrice federale Elisabetta Tizzoni, è in dirittura d’arrivo. Si attende solo l’esito di una rogatoria disposta negli Stati Uniti per esaminare i contatti intrattenuti dalla donna sui social media.
Contro di lei sono state ipotizzate le accuse di tentato assassinio, lesioni gravi e infrazione alla legge che vieta i gruppi Al Qaeda e Isis.
