Alcune novità Omicidio ad Aurigeno, la pistola usata dallo sparatore era rubata. La tragedia era evitabile?

SwissTXT / red

15.5.2023 - 21:55

Emergono novità sul delitto di Aurigeno, dove un uomo giovedì ha sparato e ucciso il custode del Centro Scolastico Ronchini. In Ticino esiste un gruppo a cui rivolgersi in caso di minacce, che settimanalmente tratta 4/5 nuovi casi. Una fiaccolata in serata in memoria della vittima.

Nella foto d'archivio, una veduta aerea del centro scolastico delle scuole medie ai Ronchini di Aurigeno.
Nella foto d'archivio, una veduta aerea del centro scolastico delle scuole medie ai Ronchini di Aurigeno.
© Ti-Press

15.5.2023 - 21:55

Riguardano l’arma, si sa che non si tratta di una pistola d'ordinanza militare, ma di una Glock, stando almeno a quello che si legge sul sito della RSI.

La pistola, già recuperata dagli inquirenti, è risultata rubata. Le indagini hanno permesso infatti di stabilire che era stata sottratta da un’abitazione privata in Ticino.

L’autore del furto non è l’uomo che ha sparato. Gli accertamenti sono ora in corso proprio per stabilire chi sia, come i due siano venuti in contatto e con quali modalità, esattamente, la pistola sia passata di mano.

Non a caso, il procuratore pubblico Roberto Ruggeri ipotizza nei confronti del 42enne anche, oltre all’accusa di assassinio, l’infrazione alla legge sulle armi.

Un gruppo a cui rivolgersi in caso di minacce

E mentre l'uomo rimane ricoverato presso la Clinica psichiatrica di Mendrisio, molti restano gli interrogativi. Ma è una la domanda che predomina, fra tutte: quanto accaduto poteva essere evitato?

Forse non tutti lo sanno, ma in seguito a minacce, le potenziali vittime possono rivolgersi al Gruppo prevenzione e negoziazione (GPN) della Polizia cantonale ticinese. Ed è proprio quello che era capitato in questo caso. 

«Come GPN, noi siamo intervenuti parallelamente al Commissariato di Locarno, che seguiva l'inchiesta penale. Quindi ci siamo interessati degli aspetti di potenziale minaccia dell'autore, abbiamo seguito la vicenda per svariati mesi e poi abbiamo inserito l'uomo nella rete psichiatrica, che è un po' il senso del lavoro del GPN», ha spiegato ai microfoni della RSI Andrea Cucchiaro, capo Reparto interventi speciali della Polizia cantonale.

Il GPN tratta 4/5 nuovi casi settimanalmente

Il gruppo in questione è intervenuto nell'autunno del 2022 a seguito delle minacce dell'omicida sia verbali, sui social, che di persona.

«Noi nella riunione settimanale della GPN trattiamo dai 4 ai 5 nuovi casi ogni volta. Non sono tutti legati a delle relazioni, ma sono casi di potenziale passaggio all'atto, quindi di sviluppo di una minaccia concreta. Alcuni di questi poi si risolvono in poche settimane, mentre altri si trascinano per mesi o addirittura per anni. Questo perché noi cerchiamo di dare una possibilità al possibile autore di incanalare la sua aggressività verso il dialogo o verso altre forme», ha aggiunto Cucchiaro.

Nella grande maggioranza dei casi funziona e il passaggio all'atto violento è abbastanza raro.

Per prima cosa, si contatta la persona potenzialmente pericolosa e si chiede un incontro. «"Abbiamo il 95/96% di adesione alle nostre richieste. Questo ci fa dire, in una forma molto pratica, che i potenziali autori hanno qualcosa dentro che hanno bisogno di dire», ha concluso il capo Reparto interventi speciali della Polizia cantonale, sempre ai microfoni dell'emittente di Comano.

Lunedì sera si è tenuta un fiaccolata ad Aurigeno in memoria della vittima.

SwissTXT / red