CovidMerlani: «La crescita dei contagi di Covid è inquietante»
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22.3.2022
Il Medico Cantonale ticinese Giorgio Merlani e il vicecapo dell'Area medica dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) Mattia Lepori hanno espresso la loro opinione, ospiti di Modem martedì alla RSI, sull'evoluzione della pandemia di Covid in Ticino. Non nascondono una certa preoccupazione.
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22.03.2022, 18:59
23.03.2022, 09:02
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«I numeri dei contagi stanno iniziando a salire in modo inquietante. È difficile capire quale sarà l'evoluzione, perché la disponibilità delle persone a testarsi è molto scesa. La gente è comprensibilmente esausta della pandemia e si sta banalizzando la diffusione del Covid», afferma Merlani ai microfoni della RSI.
In Ticino ci sono 1'068 nuovi casi, cifra stabile rispetto alla scorsa settimana. Crescono però i ricoveri, che dai 105 di martedì scorso sono passati a 128, mentre in terapia intensiva ci sono 10 pazienti, uno in più del giorno prima, ma due in meno di una settimana fa.
La nuova variante Omicron 2, che rappresenta il 100% dei casi ospedalizzati, preoccupa entrambi gli esperti.
Secondo il medico cantonale, «questa nuova variante è sorella di Omicron 1, però si contraddistingue per alcune caratteristiche come l’aumentata contagiosità».
«Abbiamo dati ancora incerti sulla sua virulenza, ovvero la potenziale gravità sul decorso dei pazienti», specifica.
La difesa con due dosi di vaccino è minima
Secondo Merlani, la dose di richiamo offre protezione verso i decorsi gravi. Nelle persone con solamente due dosi, invece, la difesa risulta minima.
In aggiunta, la guarigione da Omicron 1 non garantisce l'immunità verso Omicron 2: «Ci sono casi chiari e ben documentati di persone giovani e sane che hanno fatto un decorso anche blando con Omicron 1 e che si sono ritrovate ad affrontare Omicron 2 il mese successivo», spiega il medico cantonale all'emittente di Comano.
Mattia Lepori, vicecapo dell'Area medica dell'EOC, sostiene che «grazie ai vaccini, alle terapie mirate e forse alla minore gravità della variante Omicron, la mortalità non è quella della prima e della seconda ondata».
Tuttavia, sottolinea che l'infezione non è una semplice influenza: «Dal 1° dicembre fino ad oggi sono morte in Ticino circa 130 persone a causa del Covid rispetto ai 30-40 decessi annui che contiamo durante una stagione di influenza particolarmente aggressiva».
Infine l'esperto osserva che stando ai dati non è tanto il virus a essere cambiato, quanto noi: «La nuova variante non è necessariamente più forte, siamo noi ad esserlo ed è per questo che la mortalità è nettamente calata rispetto al periodo della prima e della seconda ondata».
Gli ospedali sono di nuovo sotto pressione
Lepori si dichiara preoccupato per l'impennata dei casi e le conseguenze sugli ospedali. «Nel giro di due settimane il numero di persone ricoverate è più che raddoppiato», nota.
«Questa evoluzione comporta delle contromisure a livello ospedaliero, perché la capacità di accogliere nuovi pazienti diminuisce», spiega, aggiungendo: «Siamo tornati a fare delle scelte riguardo la posticipazione di alcuni interventi meno urgenti con conseguenze che ricadono sui pazienti e le loro famiglie».
«Prevenire è meglio che curare»
In chiusura della trasmissione, Lepori si esprime anche sulla recente scelta del Consiglio federale, che da poco più di un mese ha deciso di abbandonare quasi tutte le restrizioni anti Covid: una decisione, per lui, troppo ottimista.
Da inizio aprile saranno in consultazione anche ulteriori revoche. Per il vicecapo dell'Area medica dell'EOC sarebbe potenzialmente un passo falso. La revoca dell'obbligo di isolamento per i positivi porterebbe a un aumento dei casi, ma anche costi sanitari aggiuntivi che «ricadranno sui premi delle casse malati dei cittadini».
«Prevenire è meglio che curare, non solo perché funziona meglio ma anche perché è molto più economico», conclude.