Pandemia Pochi casi di COVID-19, ma in crescita, Merlani: «Non vorrei fosse la ripartenza dei contagi»

pab

15.5.2020

Le persone ancora ammalate di COVID-19 in Ticino sono circa un centinaio secondo il medico cantonale. Anche se i contagi sono pochi, negli ultimi giorni si nota una chiara tendenza al rialzo e Merlani teme una ripartenza. In merito alla situazione in due case per anziani, invece, non ha potuto esprimersi a causa del segreto istruttorio.

La conferenza stampa, molto attesa perché quasi esclusivamente incentrata sull'aspetto sanitario del Cantone, è stata aperta da Matteo Cocchi, capo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC), che ha fatto un rapido bilancio prima di passare a illustrare i prossimi scenari.

Tra Cocchi e il lungo e dettagliato intervento del medico cantonale Giorgio Merlani si è espresso pure Francesco Quattrini, delegato cantonale per le relazioni esterne, in particolare quelle non sempre facili con l'Italia.

«In questi quasi tre mesi di crisi, che ci hanno messo duramente alla prova, ognuno ha fatto la sua parte», ha esordito Cocchi. «Abbiamo intensificato gli sforzi per preservare il settore sanitario e la salute dei cittadini. L'obiettivo rimane lo stesso anche adesso che stiamo entrando nel ritmo di una nuova normalità», ha proseguito.

Cocchi: «Più di 100 controlli nei ristoranti»

«Per questo il grande dispositivo messo in atto non sarà smantellato, ma verrà solo adeguato a seguito dei vari monitoraggi e delle analisi che faremo», ha continuato il comandante della polizia.

«In questa nuova normalità abbiamo effettuato più di 100 controlli in bar e ristoranti per sensibilizzare e correggere ancora prima di sanzionare. Il dialogo e la collaborazione con gli esercenti sono stati molto proficui», ha dettagliato Cocchi, spiegando che le sanzioni saranno date solo in casi palesi e reiterati di mancato rispetto delle misure. 

I prossimi momenti importanti

«Dobbiamo far fronte a molte sfide pianificatorie - ha continuato Cocchi -  prima di tutto il Ponte dell’Ascensione, perché ci aspettiamo del turismo locale e nazionale. Svolgeremo il nostro lavoro, che è soprattutto di comunicazione e sensibilizzazione. Saremo presenti e operativi con una presenza adeguata alla situazione».

Rimane un'incognita, però, secondo il capo del SMCC: il settore dei campeggi, che nasconde alcune insidie: quello dei campeggi abusivi e quello dei campeggi selvaggi. In questo momento però, ha detto Cocchi, si aspettano ancora le misure che prenderà la Confederazione.

Cocchi: «La crisi è ancora in corso»

Cocchi ha poi avvertito che si entra in una fase molto delicata perché si iniziano a svolgere le attività all'aperto, come le passeggiate in montagna.

«Ci si deve rendere conto che le misure di distanziamento sociale e sanitarie sono sempre valide. Dobbiamo tenere quindi ancora alta la guardia perché la crisi è ancora in corso. A livello sanitario e pure economico non sappiamo quale sarà l’evoluzione. Quindi il messaggio di prudenza non deve cambiare».

Merlani: «Non vorrei fosse l’inizio di una ripartenza»

Nell’ultima settimana il numero dei contagi è relativamente basso (tre lunedì, quattro mercoledì e sette venerdì) ma, secondo il medico cantonale Giorgio Merlani, indicano un tendenziale aumento, che potrebbe lasciare intendere che il coronavirus ha di nuovo cominciato a diffondersi in Ticino.

«Non vorrei che fosse l’inizio di una ripartenza», ha affermato Merlani assicurando che la situazione dal 4 maggio viene costantemente monitorata tramite il tracciamento dei contatti sociali.

Finora non sono emerse situazioni che possano far pensare all’esistenza di focolai particolari in alcune zone e in alcune professioni. 

La popolazione ora sa cosa fare in caso di contagio

Il contact tracing delle 15 persone per le quali il tampone è risultato positivo ha fatto emergere la necessità di verificare i contatti con, in media, 3 o 4 persone. Un numero molto basso rispetto ai giorni dell’arrivo del corononavirus in Ticino, in cui le persone da contattare erano almeno 15.

Questo dato, oltre che a facilitare il lavoro della cellula di crisi, dimostra, secondo Merlani, il rispetto delle disposizioni da parte della popolazione, che ha capito come ci si deve comportare: «Questo vale un complimento alla popolazione che sta seguendo le indicazioni, che conosce il concetto di distanza sociale, e fa attenzione e quindi i contatti sono davvero stretti, sia a livello privato, come all'interno della famiglia, e alcuni a livello professionale. Non abbiamo visto persone che sono risultate positive in un contesto professionale avere avuto 15 o 20 contatti».

50 in quarantena

«La popolazione ha quindi capito questo messaggio», ha proseguito Merlani. «Nella peggiore delle ipotesi una persona positiva ha avuto contatti a rischio con tre o quattro persone. Se poi queste persone hanno in seguito rispettato bene le misure d’igiene potremmo avere pochi casi secondari e quindi tenere sotto controllo l’epidemia. È proprio questo il senso di “imparare a convivere con il virus"», ha continuato il medico cantonale.

In quest’ottica, ha poi spiegato, fra le 50 persone che sono sotto osservazione in quarantena, per 10 giorni in totale, c’è un’unica persona che ha presentato quei sintomi. Contattata ha dichiarato: «Sì, ho sintomi, so di questo contatto» e si era già autoisolata in attesa di avere l’appuntamento per fare il tampone.

Ancora 100 malati in Ticino

Secondo Merlani le persone attualmente malate di Covid-19 in Ticino, a fronte di 3’383 positività al coronavirus dall’inizio della pandemia, sono ancora all’incirca 100.

Si tratta di una stima sulla base del numero degli attuali ricoverati (56 in reparto e 7 in cure intense) e del numero dei tamponi risultati positivi nelle ultime due settimane effettuati su persone che presentavano sintomi della malattia (come scritto poco sopra, circa 50).

Dato che i decessi legati al Covid-19 finora sono stati 341, le persone guarite sono pertanto all’incirca 3’400.

Effettuati 18'116 tamponi

Dall’inizio della pandemia, sono stati eseguiti 18'116 tamponi, di cui poco meno di 11’000 da parte dei laboratori dell’Ente ospedaliero cantonale.

Sui 18'116 tamponi effettuati, quelli positivi sono stati pari al 20%: 3’883, di cui 14 tra i bambini sotto i 10 anni, 84 tra i 10 e i 19 anni.

I numeri diventano molto più importanti con il crescere dell'età: 312 tra i ventenni, 392 tra i trentenni, 533 tra i quarantenni, 780 tra i cinquantenni, 520 tra i sessantenni, 536 tra i settantenni, 467 tra gli ottantenni e 245 tra le persone di 90 e più anni. 

Merlani non può esprimersi sulle due case anziani

Incalzato da alcune domande specifiche dei giornalisti per riassumere la situazione nelle case per anziani, alcune delle quali duramente colpite dalla pandemia, Merlani, in sostanza, non ha risposto.

In particolare, sulle verifiche in corso da parte dell’Ufficio del medico cantonale nelle due case per anziani poste sotto esame, non ha potuto divulgare nessuna nuova informazione. Ciò poiché, ha spiegato, la presentazione di una segnalazione-esposto alla procura da parte dell’MPS ha reso più delicata la situazione facendo scattare i limiti alla comunicazione imposti dal segreto istruttorio.

Studio sulla diffusione del virus: buona adesione

Merlani, rispondendo alle domande della stampa, ha poi dato anche qualche informazione di dettaglio, soprattutto per quel che riguarda lo studio sierologico che si inizierà nel Cantone.

«Su 1’500 persone coinvolte nello studio sulla diffusione del coronavirus in Ticino tramite test sierologico, 885 hanno aderito», ha detto Merlani. Un numero ritenuto sufficiente.

Ma chi non si è ancora annunciato sarà nuovamente sollecitato: «Invieremo nei prossimi giorni ancora circa 500 lettere, perché magari qualcuno ha perso la prima o se ne è dimenticato», ha concluso il medico cantonale.

Quattrini: «Il 7 marzo è stato un momento difficile»

Tra gli interventi di Cocchi e Merlani c'è stato anche spazio per Francesco Quattrini, il delegato cantonale per le relazioni esterne, che ha illustrato le principali questioni che sono state affrontate nel corso degli ultimi tre mesi.

«Il momento più delicato si è avuto il 7 marzo, ha spiegato Quattrini, quando il Governo italiano prevedeva la chiusura totale delle frontiere della Lombardia, fatto che avrebbe impedito l’entrata in Svizzera anche ai frontalieri attivi nel settore sanitario».

«Gli sforzi fatti dal Ticino per garantire il dialogo con gli Stati esteri e soprattutto con l’Italia hanno permesso di raggiungere gli obiettivi risolvendo man mano i problemi che si sono posti in termini di gestione della pandemia, di relazioni politiche e di approvvigionamento in materiale sanitario», ha specificato Quattrini.

«Ora, ha concluso, l’attenzione dell’Area delle relazioni esterne si concentra invece soprattutto sulla situazione dei valichi, sulla tassazione dei frontalieri e sui ricongiungimenti familiari degli italiani residenti in Ticino che non possono rientrare a causa delle restrizioni emanate da Roma».

Tre questioni che vengono affrontate di concerto con la Confederazione tramite il dialogo con le autorità italiane.

Sette nuovi contagi

Non ci sono stati decessi nelle ultime 24 ore in Ticino a causa del coronavirus: il bilancio resta quindi fermo a 341 morti dall’inizio della pandemia.

Sono invece sette i nuovi contagi registrati – in totale siamo a 3'279 – e pure sette i pazienti dimessi dall’ospedale, che ora sono 864 dall’inizio della pandemia.

Un colpo d'occhio

Il riassunto dei dati sul COVID-19.
Il riassunto dei dati sul COVID-19.
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